L’uomo che guardava le stelle è una favola contemporanea indimenticabile e commovente che fa tornare alla mente classici come Pomodori verdi fritti alla fermata del treno e K-Pax, e regala al lettore un senso straordinario di avventura e di stupore per tutto ciò che è vivo.
«Osservare Bill mi fece ripensare a un sacco di tempo prima, quando anch’io mi facevo incantare dal cielo stellato. Quell’incanto però finì più o meno quando persi interesse per le cose sulla terra. Adesso provavo di nuovo quella sensazione di meraviglia. Non era tanto per le stelle, quanto piuttosto per l’uomo in piedi nel buio che le stava osservando.»
Una mattina al Maybell’s Diner a Hadley, una cittadina dell’Arizona, giunge un cuoco che legge nel pensiero: il suo nome è Bill, un giovane uomo senza passato che sembra sbucato fuori dal nulla, e il suo arrivo in città cambierà la vita di tutti quelli che ne incroceranno il cammino. Bill non riesce solo a conoscere i desideri degli avventori del locale, tanto che presto questo diventerà meta di pellegrinaggio da ogni luogo dell’America, ma anche a sentire profondamente i dolori, le paure e le speranze di chi gli è vicino. La sua presenza luminosa cambia innanzi tutto la vita di Maybell, proprietaria del diner, e di Belutha, sua figlia adolescente e perennemente in conflitto con lei, che avvicinandosi a Bill scoprirà qualcosa di sé che non pensava di possedere e che ha a che fare con l’essere visti, e amati. Bill forse conosce davvero i segreti dell’universo, per questo Rose, una settantenne in rotta con il Mondo, e Martin, un malato terminale che cerca nel cuoco delle stelle la risposta alla propria paura della morte, si affideranno a lui entrando a far parte dello staff del Maybell’s per affrontare insieme il mistero più grande: il fatto che le nostre esistenze sono intrecciate e che a volte bisogna credere in quello che non sappiamo spiegarci.
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