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SKU: | 9791259790538 |
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Categorie: | Politica, Società e Attivismo |
Weight | 0,00 kg |
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Titolo | La meccanica della pace |
Autore | Elena L. Pasquini |
Editore/Marca | People |
ISBN | 9791259790538 |
Anno di pubblicazione | 2022 |
book-author | |
Editore/Marca |
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Aboliamo le prigioni? Contro il carcere, la discriminazione, la violenza del capitale
Angela Davis, nota militante del movimento americano per i diritti civili sin dagli anni Sessanta, è oggi una studiosa di fama internazionale che ha focalizzato il suo impegno nella più difficile battaglia per i diritti civili: abolire il carcere. Un mondo senza prigioni è forse impensabile, anche per chi proclama il suo progressismo. Ma con lucidità scientifica e un’instancabile passione ideale, Davis analizza il sistema “carcerario-industriale” americano – quello per cui due milioni e mezzo di persone sono detenute negli Stati Uniti – e mostra come questa democrazia modello fondi le sue basi economiche su una sorta di schiavismo morbido: donne abusate e farmacologizzate, manodopera a costo zero per le corporation, neri e ispanici a cui vengono negate istruzione e assistenza sanitaria. “Aboliamo le prigioni?” è una piccola guida di resistenza, che a partire dalla battaglia contro il carcere diventa denuncia di ogni forma di oppressione. E alla fine chiama tutti direttamente in causa, perché le nostre idee cambieranno davvero soltanto quando saranno cambiati i nostri comportamenti.
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Il secondo sesso
Con Il secondo sesso Simone de Beauvoir affranca la donna dallo status di minore che la obbliga a essere l’Altro dall’uomo, senza avere a sua volta il diritto né l’opportunità di costruirsi come Altra.
«Testo sacro del femminismo che un editto Vaticano nel 1956 mise all’indice, Il secondo sesso è una riflessione filosofica che applica l’esistenzialismo di Sartre ai temi dell’emancipazione femminile, sottraendo la donna a un destino biologico che la esclude dalla storia, ma anche all’interpretazione fallocentrica di Freud.» – Cristina Taglietti, la Lettura
«Tutto ciò che è stato scritto in questi settant’anni dai vari femminismi, pro e contro di lei, le ricerche, le battaglie, le conquiste nasce da questo libro, raccontato in una lingua squisita, con una cultura immensa, filosofica ed esistenzialista.» – Natalia Aspesi, Robinson
«Un giorno ebbi una rivelazione: questo mondo era maschile; la mia infanzia era stata nutrita da miti forgiati dagli uomini, e io non avevo reagito, proprio come se fossi stata anch’io un ragazzo.»
Con veemenza da polemista di razza, Simone de Beauvoir passa in rassegna i ruoli attribuiti dal pensiero maschile alla donna – sposa, madre, prostituta, vecchia – e i relativi attributi – narcisista, innamorata, mistica. Approda, nella parte conclusiva, dal taglio propositivo, alla femme indépendante, che non si accontenta di aver ricevuto una tessera elettorale e qualche libertà di costume, ma che attraverso il lavoro, l’indipendenza economica e la possibilità di autorealizzazione che ne deriva – sino alla liberazione del suo peculiare “genio artistico”, zittito dalla Storia – riuscirà a chiudere l’eterno ciclo del vassallaggio e della subalternità al sesso maschile. L’avvenire, allora, sarà aperto. Con una determinazione prima sconosciuta e un linguaggio nuovo, che tesse il filo dell’argomentazione attraverso un’originale mescolanza di mito e letteratura, psicoanalisi e filosofia, antropologia e storia, Simone de Beauvoir sfida i cultori del gentil sesso criticando le leggi repressive in materia di contraccezione e aborto, il matrimonio borghese, l’alienazione sessuale, economica e politica. Provoca il pubblico conservatore, cerca il riconoscimento personale, rivendica la solidarietà collettiva. Prefazione di Julia Kristeva. Postfazione di Liliana Rampello.
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Papalagi: discorso del capo Tuiavii di Tiavea delle isole Samoa
Una edizione integrale dell’opera già pubblicata in parte nella collana “Millelire”. Parte del volume è dedicata a foto d’epoca della vita nelle isole Samoa, tratte da riviste edite negli stessi anni in cui venne scritto il libro.
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La civiltà capitalista. L’era degli Dèi senza maschera e dei Re nudi. Manifesto della civiltà democratica
Con questo secondo volume Öcalan conclude la sua analisi della civiltà, giungendo a conclusioni radicali. Partendo dalle analisi di Fernand Braudel, Öcalan critica il capitalismo considerandolo un’inutile aberrazione che non ha mai posseduto un potenziale progressista, ma che distrugge la società al suo interno. Ne descrive la forma attuale, la Modernità capitalista, come una relazione a tre tra capitalismo, industrialismo e stato nazionale.
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I monologhi della vagina
Edizione aggiornata
«Con i Monologhi della vagina Eve Ensler ha dato voce e identità all’universo femminile in tutti i suoi aspetti, dalla sessualità alla denuncia delle violenze, dai diritti delle donne alle fantasie più ironiche.» – la Repubblica
Nel 1998 Eve Ensler ha portato in scena I monologhi della vagina, uno spettacolo tratto dalle numerose interviste con donne di ogni età, razza, religione e classe sociale. Questo spettacolo è diventato un libro che ha rivoluzionato il mondo femminile. Con humour trasgressivo, in queste pagine è la vagina a prendere la parola per raccontare e raccontarsi attraverso monologhi seri, divertiti, fantasiosi o drammatici: dall’anziana signora che a settant’anni scopre l’orgasmo multiplo in una vasca da bagno, passando per ragazze curiose, professioniste del piacere e severe manager in tailleur.
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L’Italia vuota. Viaggio nelle aree interne
Esiste un’Italia dove i paesi si spopolano, la popolazione invecchia e il paesaggio perde la mano dell’uomo. È un’Italia vuota, che però contiene – molto più di quanto si pensi – il futuro del nostro Paese. Terre alle prese con le trasformazioni climatiche, con i mutamenti dell’economia mondiale, percorse incessantemente da flussi di umani. Dalle rilucenti valli occitane del Piemonte al cuore antico della Sardegna, passando per i colori caldi dell’Appennino centrale, nei paesi sabbiosi delle coste del mar Ionio, sotto il vulcano più grande del continente, tra i migranti del Friuli: un viaggio ai margini del nostro Paese, un Paese molto più grande e vario di come si autorappresenta, alla scoperta di uno spazio ancora aperto al possibile.