Peso | 0,00 kg |
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Titolo | Barbari |
Autore | Alessandro Barbero |
Editore/Marca | Laterza |
ISBN | 9788842093299 |
book-author | |
Editore/Marca |
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9 agosto 378 Il giorno dei barbari
Un grande storico come Alessandro Barbero e un grande illustratore come Sergio Toppi ci restituiscono vividamente quel che accadde ad Adrianopoli, nei Balcani, in un lungo pomeriggio d’estate nella battaglia che ha cambiato la storia del mondo e che ha segnato la fine dell’Antichità e l’inizio del Medioevo.
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catilina
«La causa degli oppressi può difenderla soltanto uno che sia anche lui un oppresso». Pare che Lucio Sergio Catilina, di nascita nobile e dalla carriera torbida, temprato nella ferocia delle guerre civili, sia approdato a questa convinzione, proclamata in una riunione segreta di suoi seguaci, quando ormai si accingeva, nell’anno 63 a.C., all’ultima, celebre, perdente battaglia contro l’oligarchia. Infiltrati vi erano anche nella sua cerchia. Così, il servizio di spionaggio agli ordini del console a lui più avverso, Marco Tullio Cicerone, prontamente divulgò quel proclama, subito giudicato come una minaccia. Fu instaurato lo ‘stato d’assedio’ e in tale clima si svolsero le elezioni. E Catilina fu battuto nelle urne: intreccio perfetto di strategia della tensione e gestione dei pentiti. Cicerone era giunto al vertice del potere mettendosi agli ordini dell’oligarchia. Fu perciò, come spesso i transfughi, il più implacabile avversario della ‘rivoluzione’. Al culmine dello scontro non esitò a varcare i confini della legalità, illudendosi, per un tempo non breve, di poter rimanere, grazie a tale ‘benemerenza’, al vertice della Repubblica. Non aveva capito di essere soltanto una pedina, non un capo: gli mancava un esercito. Era suonata l’ora dei capi carismatici e delle loro legioni.
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Disobbedite con Generosità
Il libro traccia i 10 anni dalla nascita di CHEAP: un collettivo, un progetto di arte pubblica, uno sguardo non convenzionale sul contemporaneo come temporaneo. Attraverso l’uso della carta come supporto espressivo, dal 2013 CHEAP esplora il legame profondo tra arte, attivismo e spazio pubblico. Da un festival iniziale a un’esperienza più fluida e situazionista, CHEAP è da sempre permeata da energie transfemministe intersezionali e decoloniali. Questo libro racconta il suo percorso artistico e curatoriale, svelando i dietro le quinte di pratiche radicali, esperienze di strada formative, pensieri puntuali e aneddoti che aprono uno spiraglio sulle anime del progetto. Scopriremo come l’arte possa trasformare le città in cui viviamo in un autentico luogo di lotta ma anche di cura del bene comune e delle comunità. Un invito a rivalutare il potere dell’arte pubblica nel modellare la nostra società contemporanea.
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Luce, storia di una partigiana
Luciana “Luce” Romoli nasce a Roma nel dicembre del 1930. Terza di dieci figli, cresce a Casal Bertone, quartiere popolare e operaio, in una famiglia antifascista. Nel dopoguerra lavora per il PCI ed è collaboratrice di Gianni Rodari. A partire dagli anni Novanta porta la sua testimonianza nelle scuole. Luciana è stata staffetta ed è tuttora partigiana.
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Produci consuma crepa. Manuale di resistenza e cambiamento
Se avete l’impressione di essere in una grande ruota da criceti, questo libro è per voi. Ma si può vivere in un altro modo? La nostra è una società fondata sul denaro e su un lavoro spesso opprimente, che ci invita a essere competitivi fin dai banchi di scuola. Un modello estrattivo che, al fine di perpetuare se stesso, “spreme” le materie prime dal Pianeta e le migliori energie da noi, prosciuga il nostro tempo di vita nel “produci”, ci rende stolidi protagonisti del “consuma” e poi ci relega nell’inutilità, fino al “crepa”. Questo “manuale” vuol fermare la ruota del criceto. E farci scendere. Perché si può fare: possiamo resistere e cambiare i vecchi stilemi e noi stessi. L’autore dialoga con un manipolo di brillanti studiosi sui risaputi ingranaggi di famiglia, educazione, lavoro, economia, società dei consumi, informazione. E intervista Vandana Shiva, che, attraverso la metafora dei semi, illumina il senso di una pacifica rivoluzione, per liberare il nostro tempo e le nostre vite. Conversazioni con: Vandana Shiva, Luisa Zecca, Laura Catalucci, Claudio Calvaresi, Francesca Coin, Stefano Laffi, Massimo Amato, Stefano Besana, Philip Di Salvo, Andrea Staid, Giorgia Serughetti, Rossella Sobrero, Massimo Conte.
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Tracce migranti
Libro dell’associazione culturale Altrinformazione distribuito dal manifesto. Progetto grafico a cura di Carlo Gubitosa. Infografiche a cura di Antonella Carnicelli.
Contributi di Franco Pittau e Giusi Nicolini. Con il patrocinio del centro studi e ricerche IDOS.
“Questo è un libro che celebra la speranza”, scrive Mauro Biani all’inizio di queste pagine. Un libro che racconta l’immigrazione e il suo rovescio, l’altro da noi e noi, il sogno di vivere e la paura di morire. I muri eretti contro un’umanità in cammino e l’eterno desiderio di superarli.
Ma è anche la speranza politica che forme di editoria come questa, non-profit e autoprodotta con il crowdfunding tra i sostenitori dell’associazione Altrinformazione, si diffondano sempre di più. Perché la forma è sostanza.
Buona lettura.
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Geografia di un viaggiatore pavido
Scalare erroneamente una montagna di quattromila metri di altezza in scarpe da jogging. Attraversare il deserto del Turkmenistan in autostop. Percorrere in bici una strada sulle Ande che parte da quota 4.700. Queste sono solo alcune delle esperienze che Luigi Farrauto ha vissuto durante i suoi innumerevoli viaggi in giro per il mondo. Viaggi iniziati da bambino, prima di poter prendere un aereo, sfogliando l’atlante e tracciando itinerari fantasmagorici, da Milano al Polo Nord, poi giù fino a Damasco, dal Cairo al Sudafrica passando per Marrakech, fino alle steppe russe. Ma Luigi ha un segreto: ha paura di tutto. Delle montagne, degli animali, del mare aperto, delle malattie, del futuro, della morte. Ha una collezione di idiosincrasie e fobie più lunga del suo passaporto, eppure non ha mai rinunciato a viaggiare. Anzi solo viaggiando, Luigi da pavido diventa coraggioso e si sente quasi immortale. Perché è solo così, tra indizi, deviazioni, incontri, muovendosi da Hong Kong all’Isola di Pasqua, dalla Cina al Medioriente, che riesce a realizzare quella che chiama «la mia piccola libertà, la mia grande vita».
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