Alberto Prunetti (Piombino, 1973) è scrittore e traduttore. Figlio di un saldatore e di una casalinga, si è laureato in Scienze della Comunicazione all’Università degli studi di Siena. Dirige per la casa editrice Alegre la collana editoriale Working Class ed è il direttore del Festival di Letteratura Working Class oltre a insegnare italiano L2/LS a lavoratori migranti. Ha pubblicato su svariate testate, tra cui Il Manifesto, Repubblica edizione Firenze e Il Fatto Quotidiano, oltre ad aver fatto parte delle redazioni di Carmilla, Giap, Lavoro culturale e Jacobin Italia. Come autore ha pubblicato una trilogia di opere che comincia con Amianto, una storia operaia, continua con 108 metri e Nel girone dei bestemmiatori, oltre al saggio Non è un pranzo di gala. Inchiesta sulla letteratura working class. La sua opera è tradotta in spagnolo, catalano, greco, francese e inglese. Produce in maniera amatoriale vino, olio e miele e fa parte del comitato tecnico-scientifico del Museo MAGMA di Follonica dedicato alle arti in ghisa in Maremma.

  • amianto

    Renato è un operaio cresciuto nel dopoguerra che ha iniziato a lavorare a quattordici anni. Un lavoratore che scioglie elettrodi in mille scintille di fuoco a pochi passi da gigantesche cisterne di petrolio. Un uomo che respira zinco, piombo e buona parte della tavola degli elementi di Mendeleev, fino a quando una fibra d’amianto trova la strada verso il torace. L’autore del libro è il figlio di Renato. Vive la sua infanzia tra il calcio di strada davanti all’Ilva dimenticata di Follonica e le risse sull’Aurelia, per poi passare dalle certezze del lavoro manuale del padre alla precarietà dei lavori cognitivi. Ricostruisce la storia lavorativa di Renato lottando in tribunale per il riconoscimento dell’amianto come causa della sua morte. E scopre di esser stato concepito nel luogo simbolo delle morti per la polvere bianca: Casale Monferrato. Una storia terribile, raccontata mescolando ricordi e documenti, misurando brillantemente le emozioni, con una voce narrativa vivissima, arricchita da divertenti espressioni dialettali. Esperimento di “oggetto narrativo non identificato” è il primo volume di una trilogia working class in corso d’opera. Questa nuova edizione, con un capitolo aggiuntivo, si chiude con un dialogo a tre tra l’autore, Wu Ming 1 e Girolamo De Michele, precari della conoscenza accomunati dall’essere “figli della classe operaia”.

    14,00  iva inclusa
  • Chav. Solidarietà coatta

    Se incontraste oggi D. Hunter potreste scambiarlo per un bibliotecario uscito a fare shopping. Ma un tempo per gli sbirri, le persone per bene e la stampa lui era un chav, un coatto. In queste pagine racconta la sua giovinezza nel sottoproletariato di Nottingham, quando per campare ha lavorato come sex worker, spacciatore e ladro. È un bambino cresciuto in strada, costretto a subire abusi, arrestato per rissa. Patisce violenza, impone violenza. Ma dopo i vent’anni riesce a rompere il ciclo. Ricoverato forzatamente in ospedale psichiatrico, comincia a leggere, e rimane folgorato dall’opera di altri due reclusi: Antonio Gramsci e Angela Davis. Inizia a unire i punti della propria storia. Si mette alle spalle la dipendenza da sostanze, gli assistenti sociali, i poliziotti, il riformatorio e il carcere, diventa un militante della sinistra antagonista. Sulla soglia dei quarant’anni scrive un memoir in cui racconta la propria vita, ma traccia anche i limiti dei movimenti politici che pretendono di parlare a nome della working class. Si alternano descrizioni di attività illegali e abusi sessuali, denunce di violenze istituzionali, ferite di classe. Aneddoti dal mondo del lumpenproletariato raccontati senza eroismo né cinismo. “Un po’ ne ho date, un po’ ne ho prese”, è questa la cifra di D. Hunter. Eppure le sue parole trasudano solidarietà dal basso e resistenza viscerale dei corpi offesi, di chi sta in fondo alla catena alimentare dell’economia. Un libro duro che punta il dito contro la discriminazione sociale e mette a nudo i traumi del capitalismo. Una storia che racconta con orgoglio proletario l’oppressione di classe e di genere per costruire un tassello importante di un immaginario working class queer, incrociando riflessioni sul razzismo, sullo sfruttamento, sulla violenza di genere e sull’identità delle persone LGBTQ. Prefazione di Wu Ming 4.

    15,00  iva inclusa