Marco Bersani, laureato in filosofia, già dirigente comunale dei servizi sociali, è supervisore pedagogico di cooperative sociali. Socio fondatore di Attac Italia, è stato uno dei principali animatori del Forum italiano dei movimenti per l’acqua e fra i promotori della campagna Stop Ttip Italia. È fra i soci fondatori di Cadtm Italia e fra i facilitatori del percorso di convergenza della Società della Cura. Collabora con il manifesto e con Comune-info. Autore e saggista, con le edizioni Alegre ha pubblicato Acqua in Movimento (2007), Nucleare: se lo conosci lo eviti (2009), Come abbiamo vinto il referendum (2011) e CatasTroika. Le privatizzazioni che hanno ucciso la società (2013). Le sue ultime pubblicazioni sono: Dacci oggi il nostro debito quotidiano (DeriveApprodi, 2017) e Europa alla deriva (DeriveApprodi, 2019).
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rivoluzione della cura. uscire dal capitalismo per avere un futuro (la)
13,00 € iva inclusarivoluzione della cura. uscire dal capitalismo per avere un futuro (la)
Come in un tempo sospeso, in questi ultimi quindici anni siamo passati da una crisi finanziaria a una crisi climatica, da una pandemia a una guerra, senza soluzione di continuità. Ciascuna di queste crisi viene raccontata come priva di contesto, come episodio a sé stante, senza antecedenti né causalità. Sembra di vivere dentro un eterno presente fatto di emergenze a cui rispondere, con l’angosciante sensazione che quella attuale non sarà l’ultima e che sembra essersi innescato un circolo vizioso, senza via d’uscita. È giunto il momento di guardare la luna oltre il dito e ricostruire una chiave di lettura delle crisi multiple del capitalismo: se lette come insieme concatenato rivelano che la sua ferocia è dovuta alla propria intrinseca debolezza. Occorre superare il modello antropologico di riferimento dell’individuo razionale e autonomo sul quale si sono basate le riflessioni sulla società del contrattualismo di Locke, Hobbes e Rousseau per approdare a un nuovo modello che, partendo dalla relazionalità della cura, faccia emergere le diversità e un nuovo assetto della democrazia basato sull’inclusione. Dopo decenni di indiscutibile ideologia del profitto, il paradigma della cura può diventare l’elemento di convergenza di tutte le culture ed esperienze altre: perché rappresenta ciò di cui c’è assoluto bisogno in un momento storico in cui è a rischio l’esistenza della vita umana sulla Terra e perché intorno a quel paradigma è possibile costruire una diversa società, che sia ecosocialista e femminista invece che capitalista e patriarcale; equa, inclusiva e solidale invece che predatoria, escludente e disuguale.