Cecilia Di Lieto nasce a Roma e passa la prima parte della sua vita tra Napoli, la Costiera Amalfitana e Cuneo – i luoghi paterni e materni – per approdare poi a Milano dove vive tuttora. A metà degli anni Ottanta inizia a collaborare con la storica emittente Radio Popolare, occupandosi di cultura, spettacolo e società. È stata poi responsabile del “microfono aperto”, trasmissione iconica dell’emittente milanese e di Notturnover, un altro cult che raccontava la vita culturale notturna della città. Ha ideato e condotto molte altre trasmissioni, ma l’ultima sua creatura – dal 2014 – è “Considera l’armadillo, noi e altri animali”, appuntamento quotidiano sulla complessa e affascinante relazione tra gli animali umani e tutti gli esseri viventi e senzienti, che ha ispirato molte delle storie che leggerete. Cecilia non riesce a fare a meno di dividere la sua vita con almeno una gatta nera e adora Stromboli, dove torna spesso. “Me l’ha detto l’armadillo” è il suo primo libro.
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Me l’ha detto l’armadillo
Un bestiario per anime sensibili che -attraverso il nostro rapporto con i “non umani”- ci aiuta a comprendere meglio il mondo, dai cerotti per salvare i coralli, al ruolo educativo di un’oca disabile. Per raccontare una convivenza possibile.
Che cosa possiamo imparare dagli animali? Che cosa ci bisbigliano i nostri fratelli dell’aia e quelli della foresta tropicale, quelli in cattività per la nostra dabbenaggine e quelli liberi nell’aria e negli oceani? La stessa cosa: viviamo
nella medesima casa e abbiamo in comune molte più cose di quante siano quelle che ci separano.Questo libro è un “bestiario” per anime sensibili, dedicato a chi ritiene un onore vedere e capire il mondo attraverso gli occhi, i comportamenti e i “segreti” dei nostri vicini: tante storie -note e meno note- raccolte da Cecilia Di Lieto, giornalista e conduttrice radiofonica con una vibrazione speciale.
Storie di convivenza ed etologia profonda, che ci fanno scoprire come -tramite gli animali e la loro grazia, innocenza, naturalezza si possa parlare anche di rispetto dell’ambiente e di climate change, di alimentazione e bioetica, di
disabilità e di diritto, di migrazione e di guerra, due fenomeni, l’uno “naturale” per molte creature, l’altro essenzialmente umano ma di cui anche gli animali subiscono le conseguenze.Questo libro -in tono pacato- rivendica il diritto degli animali a non essere sfruttati e vessati. Non per dare giudizi o stigmi ma per metterci di fronte alle nostre responsabilità verso tutti i viventi, cosa che da febbraio la nostra Carta costituzionale chiede anche al legislatore (e di questo abbiamo domandato a Lorenzo Guadagnucci).
Un libro -insomma- poetico e militante con una grande biodiversità nelle sue pagine e la gradita presenza di animali “non convenzionali”, dalla balenottera alla nutria.