Giuseppe Ungherese è responsabile della campagna inquinamento di Greenpeace Italia dal 2015. Laureato in scienze naturali e con un dottorato di ricerca in ecologia, da ricercatore ha studiato per anni gli impatti di sostanze tossiche e pericolose nell’ecosistema marino. Oggi combatte quotidianamente la contaminazione globale da sostanze chimiche e tutti quei contaminanti emergenti come le microplastiche. Ha scritto “Non tutto il mare è perduto. Viaggio lungo le coste italiane alla scoperta di un ecosistema soffocato da plastiche e microplastiche. Responsabilità e soluzioni” (Casti editore 2021) e “PFAS. Gli inquinanti eterni e invisibili nell’acqua. Storie di diritti negati e cittadinanza attiva” (Altreconomia 2024).
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PFAS. Gli inquinanti eterni e invisibili nell’acqua. Storie di diritti negati e cittadinanza attiva. Prefazione Robert Bilott
Quattro lettere che messe insieme descrivono i contorni di un disastro ambientale globale. I PFAS (composti Poli e perfluoroalchilici), nati dall’attività umana, si sono diffusi in ogni angolo del Pianeta, contaminando l’ecosistema e il nostro organismo.
In questo sconvolgente reportage, il primo su questo tema nel nostro Paese, Giuseppe Ungherese ci racconta la storia e gli effetti nefasti dei PFAS, derivati del fluoro utilizzati per moltissimi prodotti di uso quotidiano e definiti “inquinanti eterni”.
Attraverso un approccio unico, che alterna conoscenza scientifica, testimonianze e impegno civile, l’autore ci guida in un viaggio nelle zone di sacrificio, le regioni del mondo più colpite dalla contaminazione, dove gli interessi economici dell’industria e delle multinazionali della chimica hanno sacrificato la salute dell’ambiente e delle comunità, spesso con la complicità delle istituzioni, che per anni hanno ignorato o sottovalutato il problema.
Dalla causa per crimini ambientali dell’azienda DuPont negli Stati Uniti, l’inquinamento da PFAS interessa molte zone dell’Occidente e arriva fino in Italia, allo stabilimento della Solvay in Piemonte e a quello della Fluorsid in Sardegna, passando per il Veneto, dove i PFAS hanno contaminato l’acqua potabile di oltre 350 mila persone. Cittadini che dal basso sono stati costretti ad attivarsi per vedere riconosciuti i propri diritti e, in un rinnovato civismo, hanno trovato nelle azioni collettive e di protesta la via d’uscita da questa crisi. Questo libro è anche la loro storia.