Guido Candela (1943), già docente di Politica economica presso le Università di Padova-Verona, Bologna e Bologna-Rimini, è professore Alma Mater nel Dipartimento di Scienze economiche dell’Università di Bologna. Nel corso del suo lungo impegno di studi – spesso svolto in forma collettiva – ha pubblicato vari libri di economia politica e numerosi saggi apparsi in riviste nazionali e internazionali sull’evoluzione del pensiero economico, sul ruolo dello Stato, sulle scelte pubbliche e sull’economia del turismo e dell’arte. Con elèuthera ha inoltre pubblicato Economia, Stato, anarchia (2014) e La pratica dell’autogestione (2017), scritto insieme ad Antonio Senta.
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Verso un’economina comunitaria
Attraverso un’attenta riflessione sulle attuali istituzioni economiche, politiche e normative, Candela ci mostra come mercato, Stato e leggi producano incentivi fondati su presupposti razionalmente errati. Quanto meno se l’obiettivo è quello di promuovere la coesione sociale. In questo caso, ci dice l’autore, vi sono incentivi alternativi di azione socioeconomica che si possono intraprendere qui e ora. Ovviamente non si tratta di un semplice aggiornamento delle istituzioni che regolano la nostra vita, perché questo significherebbe confermare l’egoismo su cui si basa l’economia dell’Io. Al contrario, bisogna implementare quelle pratiche autogestionarie già esistenti, e con una lunga storia, basate su una visione antropologica positiva dell’essere umano. Una visione che rimanda a quei comportamenti solidali che sono parte integrante dell’evoluzione umana e che pongono le fondamenta di un’economia del Noi il cui motore non è più l’egoismo ma l’altruismo. E se l’obiettivo reale (e non solo dichiarato) è quello di raggiungere l’equità sociale, allora è indubbio che le istituzioni che ci hanno sin qui governato vadano radicalmente cambiate.