Nel nord di Londra, dove vive Jo Weaver – un cognome che è già un programma dato che in inglese ‘weaver’ vuol dire ‘tessitore’– non è che ce ne siano tanti di animali selvaggi. Né molti ne ha incontrati alla Cambridge School of Art, dove si è diplomata in Children’s Book Illustration. La casa però la divide – oltre che con sei pesci, due tartarughe e alcune coccinelle – con un esemplare barbuto e due cuccioli d’uomo. Orsi, balene, tigri e fenicotteri, sono gli animali schivi che lei ha saputo ritrarre a carboncino con una sensibilità rara. La grandezza e la bellezza della natura e dei rapporti affettivi sono il filo rosso che lega tutti i suoi libri. Quando le è stato chiesto che cosa le piace disegnare più spesso, ha risposto, immediatamente e senza alcun tentennamento: animali dall’aspetto furtivo. In ogni caso, dopo aver bevuto una tazza di tè e sempre accompagnata dalle note di Desert Island Discs, la trasmissione musicale della BBC. Finalista nel 2014 del prestigioso The AOI Illustration New Talent Awards, “Piccola Orsa” (orecchio acerbo, 2016) è il primo libro che ha scritto e illustrato e ha vinto numerosi riconoscimenti in tutto il mondo fra cui, nel nostro Paese, il premio Nati per Leggere e il premio Cento. Nel catalogo di orecchio acerbo anche “Piccola Balena” (2018), “Piccole tigri” (2019) e Bibi (2022).
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Piccola Orsa
Vincitore del premio Nati per Leggere 2017 e della 38° edizione del premio Cento
Il viaggio di una cucciola con la sua mamma attraverso lo scorrere delle stagioni.
Non ha nome la piccola orsa, e nemmeno la sua mamma. D’altra parte, nel poetico libro d’esordio di Jo Weaver non c’è neanche un essere umano – neppure una Masha – che avrebbe potuto darglielo. Nessun diminutivo, nessun vezzeggiativo dunque, ma soprattutto niente retorica. Solo una grande orsa e la sua piccola che si muovono in perfetta armonia col mutevole scenario della natura. Alta e imponente l’una, gli occhi ancora assonnati l’altra. Incerti e malfermi i passi della piccola, sicura la direzione. A indicarla – per boschi a cogliere bacche, per prati a cercare radici – c’è mamma orsa. Ed è sempre lei, quando la primavera cede il passo all’estate, a guidarla sul fiume, per insegnarle a nuotare e ad acchiappare i pesci. E al migrare degli uccelli –è arrivato l’autunno– grandi scorpacciate di mele e di pere per prepararsi al letargo. Bisogna però trovare un riparo prima che la neve dell’inverno copra ogni cosa. Poi, nel tepore della tana, l’una tra le braccia dell’altra in attesa di una nuova primavera. Sempre insieme. Età di lettura: da 4 anni.
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