Peso | 0,00 kg |
---|---|
Titolo | Mala Terra |
Autore | Marina Forti |
Editore/Marca | Laterza |
ISBN | 9788858132593 |
Anno di pubblicazione | 2018 |
book-author | |
Editore/Marca |
Prodotti correlati
-
-
Ecologia digitale. Per una tecnologia al servizio di persone, società e ambiente
Il digitale è fisico. Questo libro spiega in che modo la rivoluzione digitale impatta su clima, ambiente, lavoratori e società. Un manifesto per il digitale sostenibile.
Spegnete il computer! Il mondo digitale è meno verde di quello che sembra. Se non sapete che cos’è uno zettabyte e qual è il suo “peso carbonico” o se siete stufi di essere “profilati”, questo libro fa per voi. Perché spiega in modo chiaro che il cloud non è tra le nuvole ma in data center che consumano energia e producono CO2 ogni volta che spediamo una mail.
Perché dice nero su bianco che il dominio delle Big Tech minaccia non solo l’ambiente, ma anche i diritti dei lavoratori, la nostra riservatezza, la trasparenza del mercato e delle elezioni. Perché denuncia la “monetizzazione” della nostra attenzione e del nostro tempo. Perché racconta come i “dati” siano diventati il petrolio del nostro tempo e perché invece dovrebbero essere dei “beni comuni”. Perché affronta il rapporto tra politica e web e il possibile ruolo della e-democracy. Perché ribadisce – come diceva Stefano Rodotà – che è necessario un “Internet Bill of Rights”.
Perché, ultimo ma non meno importante, permette di conoscere e praticare un “consumo critico” di tecnologia, di ribellarsi – senza essere hacker -, di progettare un web a basso impatto e di prevenire l’e-waste: per un mondo digitale pulito, aperto, rigenerativo.
Il libro perfetto per chi vuole davvero capire che cosa sta facendo quando manda una mail, guarda un video o usa i social.
La prefazione è di Gerry McGovern, considerato tra i “cinque visionari con un impatto fondamentale nello sviluppo del web”.
“Pensavo che il digitale fosse sempre la scelta migliore per l’ambiente. Ero convinto fosse decisamente meglio mandare un email che una lettera. Una lettera di carta emette circa 29 grammi di CO2. Un email ne produce circa 4 di grammi. Avendone la possibilità, dovremmo quindi inviare email. [Ma] ogni giorno mandiamo circa 400 miliardi di email di cui la grande maggioranza è spam. E questo è il problema che sta al cuore del digitale: si tratta del più grande motore di consumo estremo e di sovra-produzione mai inventato. […] Il problema è che gli esseri umani non sono in grado di gestire […] quella velocità. Con il digitale, ci troviamo intrappolati in un mondo di pensatori a breve termine che vendono ininterrottamente desideri superficiali. Non abbiamo bisogno di muoverci così velocemente. Non ci fa bene. Non fa sicuramente bene alla vita sulla Terra”.
Gerry McGovernGli autori di questo libro sono docenti universitari, studiosi, attivisti, esperti di tecnologia, imprenditori green, giornalisti. Dal padre nobile di Internet in Italia a chi si batte per una “rete” più sociale. “Ecologia digitale” è un’idea dei soci dell’editore Altreconomia, da cui è nata quest’opera, a più voci e partecipata.
Gerry McGovern, Carlo Gubitosa, Francesco Cara, Giuseppe Palazzo, Alberto Prina Cerai, Alessandro Cillario, Stefano Onofri, Giacomo Venezia, Stefana Broadbent, Dario Pizzul, Stefano Trumpy, Tommaso Goisis, Stefania Paolazzi, Maurizio Napolitano, Giulia Monteleone, Matteo Spini, Nicola Bonotto, Savino Curci, Antonio Alessio Di Pinto, Gauthier Roussilhe, Massimo Acanfora, Duccio Facchini, Andrea Siccardo, Marianna Usuelli, Stefano Zoja.
In copertina: elaborazione grafica a cura di Altreconomia da www.istockphoto.com/it/portfolio/StudioM1.
-
Ecologie native
Per l’ecologia nativa hawaiana, ogni espressione della natura – il collettivo non umano costituito dall’atmosfera e dai suoi agenti, dall’acqua e dalla terra, dalle piante, dagli animali e dagli spiriti dei luoghi – è animata e consapevole, dunque capace di interagire con sé stessa e con il collettivo umano. Questa trama di connessioni e interdipendenze è il motivo per cui in hawaiano non c’è un termine equivalente a quello occidentale di «natura»: l’umano e il non umano non sono separati e contrapposti come nella concezione occidentale, ma si combinano per formare un’unica famiglia, quella del vivente. All’interno di questo paradigma culturale, Borgnino esplora, in una prospettiva al contempo etnografica e storica, le forme di responsabilità ecologica espresse dalla cultura indigena hawaiana, con la sua vocazione alla reciprocità segnatamente insulare. Ed è proprio questa visione del mondo che ci viene veicolata dalle ecologie native: un pianeta-isola circondato dallo spazio cosmico in cui il benessere individuale e collettivo dipende strettamente da una propensione alla cooperazione non solo tra umani ma anche tra umano e non umano.
-
Greenpeace. I guerrieri dell’arcobaleno in Italia
Un libro che ti porta dritto al cuore della nostra storia!
Attraverso la lettura del libro “Greenpeace, I guerrieri dell’arcobaleno in Italia” conoscerai le persone, le storie, i valori e le battaglie che hanno reso grande la nostra associazione nel nostro Paese. I racconti in prima persona dei nostri attivisti ti faranno emozionare, arrabbiare, gioire e soprattutto ti convinceranno che il cambiamento è possibile. E passa dalle nostre scelte e le nostre azioni.
Sfida, agisci, proteggi, sono le parole che esprimono lo spirito di Greenpeace e dei suoi attivisti. Persone normali che scrivono la storia ogni giorno con sacrificio, creatività e passione per creare un futuro verde e di pace.
Composta da carta 100% in fibra riciclata e stampata con inchiostri vegetali.
-
La nazione delle piante
Finalmente la Nazione delle Piante, la più importante, diffusa e potente nazione della Terra, prende la parola.
«Immaginare una costituzione scritta dalle piante, cui io presto l’opera di tramite con il nostro mondo, è l’esercizio giocoso dal quale nascono le pagine del mio libro» – Stefano Mancuso, Robinson
«In nome della mia ormai pluridecennale consuetudine con le piante, ho immaginato che queste care compagne di viaggio, come genitori premurosi, dopo averci reso possibile vivere, vengano a soccorrerci osservando la nostra incapacità a garantirci la sopravvivenza. Come? Suggerendoci una vera e propria costituzione su cui costruire il nostro futuro di esseri rispettosi della Terra e degli altri esseri viventi. Sono otto gli articoli della costituzione della Nazione delle Piante, come otto sono i fondamentali pilastri su cui si regge la vita delle piante, e dunque la vita degli esseri viventi tutti.»
-
Ombre verdi. L’imbroglio del capitalismo green. Cambiare paradigma dopo la pandemia
Quale sarà la “nuova normalità” dopo la pandemia? Sarà il tema più importante dei prossimi mesi o anni. C’è chi sostiene che potrebbe avere il volto sorridente di un nuovo “capitalismo dal volto umano”, o almeno questa è la promessa della green economy e del cosiddetto green new deal. Ma è davvero possibile – prima di tutto – uno “sviluppo sostenibile”? La “crescita” invocata dai mercati è compatibile con il rispetto del Pianeta? O l’attesa crisi post-pandemia sarà la scusa per mettere da parte la “transizione ecologica”?
È tempo di cambiare paradigma e di ridurre in modo drastico il volume globale dei flussi di materiali e di energia impiegati nei cicli produttivi e di consumo. Per usare le parole di Serge Latouche bisogna “fuoriuscire dal mercato” e levare la maschera alla “fake sustainability” che si prepara.
A queste domande risponde Paolo Cacciari, attivista e giornalista, mettendoci in guardia dagli inganni del capitalismo “in salsa verde”.
La fisiologia dell’“economia dei soldi” – prima di tutto – è infatti ben diversa da quella dei cicli che regolano e rigenerano la vita sulla Terra.
La retorica e la narrazione di un capitalismo più etico e smart non porteranno alcun vantaggio, soprattutto se l’ambiente sarà trattato come un mero “fattore produttivo” (pensiamo alla “finanziarizzazione del clima”) e se la sostenibilità diventerà una leva competitiva per il business. L’autore -in altri termini- non crede alla favola del decoupling, ovvero la “magica” separazione della curva dell’aumento del Pil da quella delle pressioni ambientali. Dovremo comunque “fare i conti” con la natura.Per questo Cacciari indica la strada, che è quella un’“economia del buon vivere comune” che risponda ai bisogni umani più autentici e profondi: sicurezza certo, ma anche relazioni umane amichevoli, solidali, durature.
-
Che cos’è la transizione ecologica. Clima, ambiente, disuguaglianze sociali – Per un cambiamento autentico e radicale
Quale transizione ecologica vogliamo? Questo libro che spiega perché ci troviamo di fronte a un’occasione unica non solo per superare la crisi, ma anche per trasformare in modo radicale la società e combattere le disuguaglianze.
“Transizione ecologica” non è il nome del ministero, né il mantra vuoto ripetuto dai governanti: è un cambiamento radicale che non riguarda solo la questione climatica e l’uscita rapida dal sistema dei combustibili fossili, ma anche la drammatica perdita di biodiversità, le profonde disuguaglianze tra emisferi, generi, generazioni e il modello economico stesso di produzione e consumo, quello del “capitale” e della crescita infinita.
Non basta una verniciata di verde: non basta “spostare” i profitti verso il green, invocare l’economia circolare o la magia tecnologica. È necessaria una “rivoluzione di sistema”, non solo per andare oltre la pandemia, ma anche per trasformare la società e desiderare un futuro diverso.
Questo libro racconta la transizione ecologica con voci diverse e da ogni prospettiva: il quadro politico e normativo, la questione climatica, l’energia e i trasporti, l’economia reale e quella finanziaria, il fisco e il debito, l’estrazione di risorse e la produzione industriale, la biodiversità, il capitale naturale e quello agricolo, il suolo, l’aria e l’acqua, la governance globale e locale, la democrazia e la povertà energetica, dai Paesi in via di sviluppo alle nostre città, il linguaggio, la “decarbonizzazione” dell’immaginario.
«Il tempo è ora. Disuguaglianza, pandemia e crisi climatica sono facce della stessa medaglia: un’economia “sporca” basata sull’estrazione insostenibile di carbon fossile, distruzione della biodiversità e degli ecosistemi in cui viviamo ed enormi fratture e disparità sociali. Abbiamo davanti la responsabilità di ripensare le nostre economie e le nostre società. La transizione ecologica non è quindi politicamente neutra. Non è una questione “solamente” tecnica, scientifica e tecnologica. Come la fai, quali sono le priorità, con quali attori, dove indirizzi gli investimenti sono scelte politiche che possono acuire le disuguaglianze o sanarle. Stiamo andando verso una direzione in cui il punto non sarà più “se”, ma “come”. Per questo, serve, innanzitutto, una visione Politica -con la P maiuscola- che metta al centro le persone nella transizione».
(Caterina Sarfatti)Con i contributi di: • Davide Agazzi • Veronica Aneris • Andrea Baranes • Agnese Bertello • Riccardo Bocci • Marco Borgarello • Paolo Cacciari • Giovanni Carrosio • Stefano Caserini • Annalisa Corrado • Elena De Luca • Marco Deriu • Antonia De Vita • Anna Donati • Francesca Forno • Francesco Gesualdi • Elisa Giannelli • Giacomo Grassi • Simone Maggiore • Roberto Mancini • Fabio Monforti • Paolo Pileri • Anna Realini • Rinascimento Green • Davide Sabbadin • Caterina Sarfatti • Annalisa Savaresi • Chiara Soletti • Antonio Tricarico • Mauro Van Aken • Alessandro Volpi
La copertina è di Commando Jugendstil, facebook.com/CJugendstil
-
Me l’ha detto l’armadillo
Un bestiario per anime sensibili che -attraverso il nostro rapporto con i “non umani”- ci aiuta a comprendere meglio il mondo, dai cerotti per salvare i coralli, al ruolo educativo di un’oca disabile. Per raccontare una convivenza possibile.
Che cosa possiamo imparare dagli animali? Che cosa ci bisbigliano i nostri fratelli dell’aia e quelli della foresta tropicale, quelli in cattività per la nostra dabbenaggine e quelli liberi nell’aria e negli oceani? La stessa cosa: viviamo
nella medesima casa e abbiamo in comune molte più cose di quante siano quelle che ci separano.Questo libro è un “bestiario” per anime sensibili, dedicato a chi ritiene un onore vedere e capire il mondo attraverso gli occhi, i comportamenti e i “segreti” dei nostri vicini: tante storie -note e meno note- raccolte da Cecilia Di Lieto, giornalista e conduttrice radiofonica con una vibrazione speciale.
Storie di convivenza ed etologia profonda, che ci fanno scoprire come -tramite gli animali e la loro grazia, innocenza, naturalezza si possa parlare anche di rispetto dell’ambiente e di climate change, di alimentazione e bioetica, di
disabilità e di diritto, di migrazione e di guerra, due fenomeni, l’uno “naturale” per molte creature, l’altro essenzialmente umano ma di cui anche gli animali subiscono le conseguenze.Questo libro -in tono pacato- rivendica il diritto degli animali a non essere sfruttati e vessati. Non per dare giudizi o stigmi ma per metterci di fronte alle nostre responsabilità verso tutti i viventi, cosa che da febbraio la nostra Carta costituzionale chiede anche al legislatore (e di questo abbiamo domandato a Lorenzo Guadagnucci).
Un libro -insomma- poetico e militante con una grande biodiversità nelle sue pagine e la gradita presenza di animali “non convenzionali”, dalla balenottera alla nutria.