Weight | 0,03 kg |
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Titolo | Qual È Il Posto Più Lontano |
ISBN | 9788832738285 |
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Manuale di filosofia coatta
«Ogni vero coatto è un filosofo. Ogni vero filosofo deve essere coatto». Dall’autore e «memarolo» del progetto satirico Filosofia coatta, ecco i ritratti, in una raffinata lingua «coatta», dei più grandi fi-losofosi antichi e moderni: da Platone ad Aristotele, da Marx a Nietzsche, fino a Wittgenstein e Fou-cault. La nuova edizione di un «classico» nato nella rete, ora arricchito dalle illustrazioni di Alessio Spataro e dai ritratti inediti di cinque coatti filosofi: Mario Brega, ZeroCalcare, Richard Benson, Mau-rizio Battista, Francesco Totti…
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Pay me to do nothing. guida per aspiranti non lavoratori
Una mattina d’estate, un ragazzo come tanti arriva a via del Corso (celebre strada dello shopping della Capitale, sempre piena di turisti e di clienti) con una sdraio, un cartello, una radio e un paio di occhiali da sole. Accende la radio e posiziona il cartello. Sistema la sdraio e si siede senza fare nul-la. Sul cartello è scritto: Pay me to do nothing, pagatemi per non fare nulla. Lui è Karmen Farina e in breve tempo, con la sua performance, diventa celebre e arriva sugli schermi di mezza televisione italiana (ospitato da programmi d’ogni tipo, come lui stesso racconta nel libro), su tutti i giornali e i siti possibili, e ovviamente sulla bocca di tutti. È un genio o un parassita? Un cialtrone o un abile performer? Intanto questo libro dimostra che Karmen è un ottimo scrittore e che la performance Pay me to do nothing non nasce affatto dal nulla ma è frutto di un percorso culturale, certo «dadaista», ma a suo modo estremamente consapevole, radicale e coerente.
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United business of Benetton. Sviluppo insostenibile dal Veneto alla Patagonia
Se per “sviluppo sostenibile” si intende un percorso di crescita economica attento e rispettoso delle culture originarie, dell’ambiente in cui si attiva e in generale del tessuto politico, sociale e culturale preesistente, quello proposto dalla Benetton non lo è. Nella sua propagazione dal Veneto all’estremo sud del mondo, lo sviluppo Benetton si è dimostrato quasi sempre “insostenibile”. Ciò che emerge è la vera filosofia su cui è costruito tutto il suo impianto pubblicitario e mediatico. Dietro alla tenda dipinta con i colori dell’arcobaleno ci sono, infetti, storie di sfruttamento, violazione dei diritti umani, minacce e ricatti, povertà e corruzione, situazioni alla cui attenuazione l’azienda di Ponzano dice continuamente di voler contribuire, smentendosi poi con il clamore mediatico dei microcrediti africani, in realtà vere e proprie mance a fronte delle vendite planetarie di qualche altro milione di magliette.
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Rinascimento Psichedelico: La riscoperta degli allucinogeni dalle neuroscienze alla Silicon Valley
Attenta panoramica sull’odierna riscoperta degli allucinogeni in ambito medico, psicoterapeutico, spirituale, creativo e culturale. Ampio spazio è riservato agli ultimi sviluppi della ricerca scientifica in corso nel mondo e alle possibili applicazioni di Lsd, Mdma, psilocibina e altri enteogeni per la psicoterapia, le dipendenze e vari disturbi mentali. Si parla anche del crescente interesse per le cerimonie indigene tradizionali basate sugli allucinogeni, con specifiche informazioni sulle varie sostanze e un intero capitolo dedicato al diffuso ricorso alle “microdosi psicoattive” in molti ambiti odierni.
Ci sono poi sezioni dedicate al contesto storico-culturale e all’ampia produzione artistica legata all’intero “fenomeno”, portando in primo piano l’impegno di ricercatori e scrittori, creativi ed esperti che danno vita a questo revival globale in maniera aperta e collaborativa. Un movimento che va attirando anche il forte interesse dei media (soprattutto nel mondo anglofono) e promette di integrare conoscenze e pratiche millenarie con l’odierno scenario occidentale. E dove crescono le voci che chiedono la revisione dell’attuale, fallimentare proibizionismo e l’affermazione della libertà di ricerca anche sulle sostenza psicotrope. -
L’erba di casa è sempre più verde. Ecomanuale di coltivazione indoor
71,5 milioni di cittadini europei consumano regolarmente cannabis, dichiara la CEE (Comunità Economica Europea), e i consumatori sono in continua crescita. L’Italia è ben rappresentata, come lo è per i numerosi esercizi commerciali che propongono semi e kit per la coltivazione. Questo libro-manuale descrive e permette, passo dopo passo, fase dopo fase, grazie alla straordinaria sequenza fotografica a colori e puntuali didascalie, la coltivazione indoor, a casa propria. Perdipiù rigorosamente ecologica ed economica.
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che brava che sei! 8 storie di abilismo quotidiano
Un fumetto in 8 storie che con intelligenza e ironia svela i pregiudizi e l’oppressione strutturale che circondano ogni giorno le persone disabili. Senza tralasciare qualche strategia per combatterli.
Abilismo è quando ti senti particolarmente figa perché hai un nuovo taglio di capelli e vai in giro sfoggiandolo con uno swishh, ma un tizio si avvicina e ti dice che «sei proprio brava a uscire di casa». Abilisti sono i film con personaggi disabili che dispensano grandi lezioni di vita a tutti, fanno sesso per la prima volta prima di schiattare e poi schiattano. Abilista è l’inquietante signora che ti fa pat pat sulla testa al supermercato. Ma è anche l’aula universitaria inaccessibile, la burocrazia infinita, l’assistenza insufficiente. Un fumetto in 8 storie che con intelligenza e ironia svela i pregiudizi e l’oppressione strutturale che circondano ogni giorno le persone disabili. Senza tralasciare qualche strategia per combatterli.
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capitalismo cannibale
Debito schiacciante, lavoro precario e mezzi di sostentamento assediati; servizi in calo, infrastrutture fatiscenti e confini induriti; violenza razziale, pandemie mortali e condizioni meteorologiche estreme; il tutto sovrastato da disfunzioni politiche che bloccano la nostra capacità di immaginare e attuare soluzioni alternative. Questo libro è un’immersione profonda nella fonte di tutti questi orrori. Diagnostica le cause della malattia e dà i nomi dei colpevoli.
‘Capitalismo cannibale’ è l’espressione che usa Nancy Fraser per definire il sistema sociale che ci ha portato a questo punto. La metafora del cannibale è calzante per l’analisi della società capitalista caratterizzata da una frenesia alimentare istituzionalizzata in cui il piatto principale siamo noi. Ma Fraser precisa e amplia anche la parola ‘capitalismo’ che, a suo giudizio, designa un ordine sociale che consente a un’economia orientata al profitto di predare i supporti extra-economici di cui ha bisogno per funzionare: la ricchezza espropriata dalla natura e dai popoli assoggettati; le molteplici forme di lavoro di cura, cronicamente sottovalutate quando non del tutto disconosciute; i beni e i poteri pubblici che il capitale richiede e allo stesso tempo cerca di limitare; l’energia e la creatività delle persone che lavorano. Per questa ragione la parola capitalismo non si riferisce a un tipo di economia, ma a un tipo di società: quella che autorizza un’economia ufficialmente designata ad accumulare valore monetizzato per gli investitori e i proprietari, mentre divora la ricchezza non economizzata di tutti gli altri. Come l’uroboro che si mangia la coda, la società capitalista è pronta a divorare la sua stessa sostanza.
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Mal di casa. Perché vivo in un capanno
All’età di di trentuno anni, l’artista inglese Catrina Davies si trova a condividere un appartamento a Bristol con altre cinque persone faticando ogni mese per pagare l’affitto della sua minuscola stanza. Tra lavori occasionali, progetti creativi per cui non trova il tempo perché troppo occupata a sbarcare il lunario e la preoccupazione costante di non riuscire più a permettersi un posto dove vivere, la sua vita sembra essere arrivata a un punto morto. Fino al giorno in cui non decide di fare ritorno nella sua regione, la Cornovaglia, con un piano: sistemarsi nel piccolo capanno abbandonato che il padre usava come ufficio prima di chiudere la propria attività per fallimento e renderlo casa sua. Malgrado le molte difficoltà (il capanno è davvero malridotto e a rigor di legge non potrebbe comunque essere abitato), la sua vita da quel momento cambia del tutto: Catrina ha finalmente il tempo di scrivere e comporre musica (e fare surf), ma soprattutto, giorno dopo giorno, recupera il senso stesso di sé, scoprendo, o meglio riscoprendo, appena a un passo dalla civiltà dei consumi, del successo e della autoaffermazione, un’esistenza fatta di natura, boschi, mare – più dura e selvaggia certo, ma anche più intensa, libera, giusta. “Mal di casa” è la storia vera di una crisi personale e di un mondo intero, quello della nostra contemporaneità, dei mutui, di esosi affitti da pagare e case vacanza, e una riflessione sulla disuguaglianza sociale e sui nostri modelli di vita.