Fin da quando se ne ricorda, Francis Porcel (nato nel 1977) ha sempre amato giocare. “Per me, ogni giocattolo era il pretesto per un’evasione in un mondo immaginario. Questo mi ha portato a notevoli conflitti familiari e scolastici. Poiché gli adulti confiscavano sempre più spesso i miei giocattoli, ho trovato nel disegno un modo per continuare a ‘giocare’ lasciando vagare la mia immaginazione”. Il disegno è rapidamente diventato fumetto. I primi tentativi erano sotto forma di storie brevi ispirate da Bruguera, Mortadel e Philemon. Inoltre, il giovane Francis Porcel si sentiva affascinato dall’arte di Albert Uderzo e da un altro grande professionista spagnolo, Gimenez. È stata la scoperta de “L’Étoile noire” di quest’ultimo a decidere il suo futuro: Francis Porcel sarebbe diventato un disegnatore di fumetti. Aveva appena 16 anni. A 19 anni, entrò alla scuola di Belle Arti di Barcellona, dove studiò per tre anni. Lì prese coscienza dei suoi limiti e cercò di superarli. Incontrò giovani studenti, come Sergio Garcia, che divennero amici e sono oggi considerati il futuro del fumetto iberico. A 22 anni, pubblicò con Magemultimedia (Spagna) il fumetto che considera il suo primo vero sforzo di valore: “La Cité des Morts”. Notato per la sua virtuosità, Francis Porcel entrò in contatto con Dargaud, che lo presentò a Jean-David Morvan. Da questo incontro nacque “Reality Show”. “Da allora, ammette, mi considero l’uomo più fortunato del pianeta!”. E, senza dubbio, uno dei più talentuosi.