L’assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Perugia si occupa di pubblicità e trasparenza del potere, con particolare attenzione alla filosofia politica di Kant, di cui ha esplorato anche la prospettiva cosmopolitica. I suoi interessi includono il pensiero utopico, le distopie contemporanee e il pacifismo. Tra le sue pubblicazioni più recenti si annoverano “Non c’è pace. Crisi ed evoluzione del movimento pacifista” (scritto insieme a Roberto Vicaretti), “L’utopia in Cyrano de Bergerac. La città, il potere, la libertà”, e “Diritto, storia e pace perpetua. Un’interpretazione del cosmopolitismo kantiano”.

  • Non c’è pace. Crisi ed evoluzione del movimento pacifista

    In un mondo ancora attraversato da violenze, conflitti, guerre spesso dimenticate o nascoste, il movimento pacifista fatica a trovare spazi. La stagione della grande mobilitazione d’inizio millennio appare lontana anni luce. Cosa è cambiato rispetto a quando il movimento arcobaleno era capace di riempire piazze e di spingere gli italiani a esporre la bandiera della pace alla finestra? Molto meno di vent’anni dopo, la cronaca descrive un paesaggio assai diverso. Il linguaggio della pace non è più pop. Eppure una mobilitazione, soprattutto tra i più giovani, sta crescendo: quella che impone l’ambientalismo come tema globale, irrinunciabile per l’agenda politica. E dalla crisi del movimento pacifista quale lezione può trarre chi oggi scende in piazza contro il cambiamento climatico? Insieme a professori, studiosi, attivisti, politici, abbiamo indagato le possibili cause esterne e interne che hanno contribuito alla “mutazione arcobaleno”. Riflettere su questo potrebbe aiutarci anche a comprendere la portata della nuova ondata di partecipazione e, magari, a non commettere gli stessi errori del passato.

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