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Dialoghi della Coscienza
I “Dialoghi della Coscienza” di Anna Cocca accompagnano il lettore dove la coscienza fisica della mente e quella universale dell’intelletto comunicano fra loro. Interpreti misteriosi ed enigmatici, con ironia destrutturano le nostre riflessioni, i nostri dubbi e le nostre perplessità. Il libro attraversa i temi fondamentali della nostra esistenza umana, vita, spazio, tempo, amore, libertà, dolore, morte, sviluppandosi attraverso pagine che non conoscono certezze assodate o l’urgenza di una risposta definitiva, ma l’intensità magica del silenzio e la necessità di una poesia intima. Come in un gioco di specchi, rimandi ed echi, i dialoghi che si susseguono nel libro, ci suggeriscono con delicatezza di cercare le nostre risposte, ci infondono coraggio, ci sollecitano a cercare la nostra strada unica e personale, ad immergerci nel silenzio dove nuove percezioni possono sorgere, a sviluppare il nostro modo di saper guardare “oltre”, diventando sempre più “sottili” attraverso il flusso del nostro respiro, osservatori della Realtà dentro e fuori di noi. Scienza, spiritualità, fisica quantistica, yoga, musica, si snodano fluidamente nel libro, con leggerezza, nel senso più profondo di una frase di Italo Calvino: “Prendete la vita con leggerezza, che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore”.
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Il Soffione boracifero
Le avventure di Aristide Gallina, zotico e irascibile, e del suo strambo fratello Zazà, dell’intellettuale e filosofo Pericle Guareschi, di Marianella zitella ingenua innamorata dell’amore, e di Hadassa Melina “brava ragazza di ricca famiglia ebrea” col suo saccente pappagallo di nome Platone, raccontate, dietro una patina di fine letterarietà, con fantasia e humor. Verve e ironia s’alternano a momenti di riflessione filosofica che squarciano veli dell’animo umano, in un percorso a ostacoli che si dirama in mille ramificazioni. Ma senza perdere di vista l’obiettivo finale: una fuga onirica al di là dei confini del reale che tuttavia restituisce ai protagonisti la loro umanità. Un romanzo insolito, originale, che spinge il lettore nella dimensione del sogno e dell’ideale.
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La Terra di Itzamnà (la)
Il saggio vuole approfondire gli aspetti storici e antropologici del recente passato guatemalteco.
Dopo una breve descrizione degli ultimi settant’anni, con particolare attenzione al ruolo degli Stati Uniti e della guerriglia comunista; si passa alla sezione antropologica e storico-religiosa, in cui è dato spazio prima al ruolo della comunità afro-america e poi a quello dell’America Latina nel sistema-mondo, specie alla luce dei recenti sviluppi multipolari.
Si racconta un paese profondamente segmentato su base etnica, in cui ancora oggi la popolazione maya o afroamericana sono ai margini e in cui la lotta contro il latifondo e per la sovranità alimentare si fondono con l’incessante bisogno di pensare un futuro condiviso. Il testo si conclude con una breve appendice sul Belize: ex colonia inglese, in un continente dal passato coloniale per lo più iberoamericano. -
cartoline da salò
Nel vortice del presente, una poderosa narrazione avvolge questo cambio d’epoca dai contorni ancora indefiniti che non può che preludere a tempi radicalmente diversi da quelli che ci stiamo lasciando a grande velocità alle spalle. Se Cartoline da Salò fosse il diario di bordo di un nostro viaggio avrebbe appuntate in rosso, continuamente, le parole guerra e pandemia. Qualsiasi narrazione sull’oggi non può che partire da lì, anche solo per dare delle coordinate. Pensare che le riflessioni odierne si riducano al passaggio da un’emergenza sanitaria alla guerra contro un sistema di valori contrari ai nostri, è insostenibile. Agli occhi degli sviluppi bellici recenti, tutto questo pregresso assume una dimensione di continuità interpretativa. In questo rapporto con la storia, la pandemia, la guerra e noi stessi, c’è il rapporto corpo-potere e con esso il richiamo a Salò. L’opera pasoliniana denunciava l’anarchia del potere e l’inesistenza della storia. Oggi siamo dentro quel presente evocato in modo ormai irreversibile.