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La prima volta che sono nata.
SINOSSI: Nasci ed è sempre “la prima volta che”. Tutte le scoperte, le rivoluzioni, le decisioni, gli amori: ogni volta una prima volta. Poi diventi genitore, e le prime volte ricominciano daccapo.
RECENSIONE: La prima volta che ho letto questo libro ho pianto.
Il bello è che anche la seconda volta che ho letto questo libro ho pianto.
In una terza non mi sono ancora avventurata, ma qualcosa mi dice che l’effetto non sarà poi molto dissimile perché questo è un albo che, come una piccola freccia dalla forma graziosa ma acuminata, arriva dritto dritto alle corde che meglio risuonano di commozione.
Non un moto triste sia ben chiaro. Qui le lacrime si increspano sul sorriso e ciò che invade il lettore è un senso di delizia e tenerezza.
Perché le parole sono poche ma ciascuna calza sull’emozione come un guanto minuto che, per giunta, fa pure il solletico e così si ride e si piange insieme innamorandosi anche della dolce ma sbarazzina protagonista. L’albo fa parte della collana I Tradotti della casa editrice Sinnos, una serie di illustrati che ha la missione di portare in Italia ciò che “degli altri ci piace di più”, come sottotitolano gli editori stessi.
E indubbiamente, dopo altri passati ottimi tiri, stavolta hanno fatto un centro perfetto perché “La prima volta che sono nata” di Vincent Cuvellier e Charles Dutertre piace tantissimo anche a noi. Un libro proprio per tutti: per chi è bambino e ha lo sguardo buffo e un po’ impertinente della ragazzina narratrice e in lei si può rispecchiare, per chi è ragazzino e già si interroga sul meraviglioso viaggio che è la Vita, per chi è adolescente o giovane e si affaccia alle nuove tappe con trepidazione e curiosità, per chi è da poco genitore e può con queste pagine rivivere le emozioni totalizzanti e disarmanti dei primi momenti con un figlio e, infine, per chi, già maturo, è consapevole dei tanti doni ricevuti e vissuti e può ricordarli e ritracciarli con commozione. Infondo la Vita altro non è che una lunga sequenza di prime volte. Dapprincipio le prime volte saranno molto ravvicinate e costituiranno fonte di meraviglia e di apprendimento. Poi si faranno più rade, magari più preziose, a volte anche un po’ spaventose. Ma, a ben pensarci, le prime volte non cessano mai del tutto se le si rende sinonimo di emozione, di stupore. E una vita composta di prime volte, scandita dal ritmo delle esperienze nuove, è una vita vista con gli occhi di un bambino, inizialmente quello che si è, poi quello che si era e ancora non si è perduto, infine quello che, una volta diventati genitori, si ha il compito e la gioia di seguire, rinascendo, riaffacciandosi ad un sequenza nuova e meravigliosa di prime volte. Così accade alla protagonista del libro: ogni doppia facciata una prima volta, narrata per parole e immagini. Dalla nascita in poi tanti incontri – con persone, cose, emozioni – che non si erano mai fatti prima e che, posti in fila, l’uno dopo l’altro, raccontano un percorso di crescita, di scelte, di costruzione.
C’è la prima volta che si sono visti i genitori e si è entrati in contatto con il loro amore, la prima volta che si è sperimentato il proprio corpo – la pappa, la pipì – e i propri sensi, la prima volta che si sono fatte conquiste di autonomia – la prima camminata, la prima corsa da soli in bicicletta – , la prima volta che si è cominciato a diventare grandi, le amicizie, le prima volte che si è ricevuta una delusione, che ci si è innamorati, la prima volta che si è scoperta la propria strada… Tante pagine, tante prime volte, alcune ovvie, altre poetiche, altre buffe, alcune disarmanti, altre divertenti… Fino alla prima volta più magica: la prima volta che si è data la Vita ad un altro essere.
La seconda volta che si nasce. Una albo che è tutta una vibrazione, dalla riga iniziale a quella finale, dalla prima all’ultima figura.
Mi piace per una quantità di motivi tale che farò perfino fatica ad elencarli tutti. Il primo perché è toccante senza nemmeno una briciola di mielosità, perché è fortemente emotivo riuscendo anche ad essere teneramente spiazzante e leggendo sovente non si sa se versare la lacrimuccia o sorridere di divertimento (spesso entrambe le cose). -
Eugenia l’ingegnosa
Eugenia è una ragazzina che desidera raggiungere un’isola che si vede e non si vede. Ci riuscirà, con l’ingegno e l’aiuto di tanti amici, umani e non.
Il libro è nato su iniziativa di un gruppo di architette e ingegnere svizzere: sul sito della loro associazione si possono trovare anche tante divertenti attività su Eugenia e sui suoi ponti www.femme.sia.ch/eugenieRECENSIONE: Da qualche parte, in mezzo al mare, c’è l’Isola dei Nascondoni, ignota ai più. Vi abitano Eugenia, Nicola e i genitori. Eugenia e il fratellino spesso si recano sulla riva del mare a rimirare l’orizzonte lontano e soprattutto l’Isola di Nonsodove, che un poco si vede e un poco non si vede, perché per gran parte dell’anno è nascosta dalla nebbia. Eugenia vorrebbe raggiungere quell’isola misteriosa, anche se gli adulti le dicono che si tratta solo di un miraggio infantile: l’isola di Nonsodove in realtà non esiste, sostengono, corrisponde solo a un sogno bambino che, con l’età matura, è giusto avere abbandonato. Eugenia però è convinta che quel luogo lontano esista davvero ed elabora un piano per raggiungerlo. Insieme a Nicola, dapprima titubante, poi entusiasta, costruirà una serie di ponti, di scoglio, in scoglio, per poter infine raggiungere l’Isola di Nonsodove e poter dimostrare la sua realtà. L’impresa non è semplice e richiede, oltre all’ingegno, che ad Eugenia non manca, anche una serie di fortunati aiuti. Quando alla fine, insieme a Nicola, raggiungerà le sponde di Nonsodove, non solo ne avrà confermata l’esistenza, ma farà anche una serie di incontri, interessanti e gioiosi.
RECENSIONE: Metti un’isola in cui gli abitanti hanno smesso di sognare e di domandarsi cosa ci sia oltre il mare. Ma metti anche una bambina intraprendente e determinata, che non si accontenta di muoversi entro limiti prefissati. Conoscerai così l’isola dei Nascondoni – popolo mite e rassegnato – ma anche Eugenia –bambina dalle idee chiare ben intenzionata a raggiungere l’ormai dimenticata isola di Nonsodove. Per farlo dovrà faticare non poco e avvalersi dell’aiuto di insoliti assistenti, dal fratellino Nicola a schiere di disponibili animali locali come castori, ragni e lucciole. Il risultato sarà così sudato ma varrà senz’altro gli sforzi, rivelando ad Eugenia e ai Nascondoni tutti, occasioni di conoscenza e arricchimento inaudite.
Eugenia l’ingegnosa dipinge con freschezza la voglia e il diritto di sognare, di essere curiosi e soprattutto di impegnarsi per diventare ciò che si desidera. Maschi o femmine che si sia. Ma racconta anche con forza che i ponti non solo strutture asettiche che collegano luoghi ma soprattutto possibilità di incontro tra persone. Tutto questo in un piccolo e apparentemente innocuo libretto che sa fare di una semplice metafora un messaggio potentissimo dalla veste frizzante (merito delle numerose e vivaci illustrazioni) e dall’aspetto amichevole (grazie ai criteri di alta leggibilità, garantiti dalla rodatissima collana leggimi di Sinnos). Agli spunti di cui il libro è già colmo di per sé si aggiungono quelli messi a punto da un’équipe di architette e ingegnere che ha fortemente voluto dar vita alla storia di Eugenia: una sfiziosa serie di semplici attività, scaricabili gratuitamente qui, sono infatti messe a disposizione di insegnanti, genitori e adulti in genere che vogliano farne uso con i piccoli lettori.
ALTRE ANNOTAZIONI SULLA STORIA Storia semplice e a sviluppo lineare. Diversi personaggi coinvolti.
ALTRE ANNOTAZIONI SUL TESTO Alternanza di frasi semplici e con coordinate/subordinate. Lessico familiare. Testo che affatica meno la vista (paragrafi distanziati e non giustificati, sillabazione evitata). Font specifico per dislessia.
ALTRE ANNOTAZIONI SULLE IMMAGINI Illustrazioni colorate, divertenti, frequenti che alleggeriscono e contribuiscono a rendere piacevole la lettura. -
A che pensi?
Vincitore del Premio Andersen 2013, miglior libro fatto ad arte
Per strada, c’è chi passeggia e chi si affretta. Ciascuno con i suoi pensieri, pesanti o leggeri. E tu, a che pensi? Età di lettura: da 4 anni.
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Sector 7
Con la scuola sull’Empire State Building per guardare ad altezza nuvole. Sulla terrazza, quel ragazzo bravo a disegnare e appassionato di pesci, diventa amico di una giovane nuvola. Lei lo porta con sé al “Sector 7”, una grande stazione aerea di creazione e smistamento, dove le nubi, catalogate da esperti, ricevono orari di partenza e destinazione. Stanche delle loro forme consuete, le nubi chiedono al ragazzo di essere rimodellate: diventano mille pesci diversi che, usciti dal “Sector 7”, nuotano senza peso nel cielo! Tra loro si confondono anche il ragazzo e il suo soffice amico. Insieme riconquistano il grattacielo, appena in tempo per riunirsi con la classe. Ora, però, nulla – in terra e in aria – sembra essere più come prima. Caldecott Honor ’99, finalmente in Italia uno straordinario Silent book del grande David Wiesner. Età di lettura: da 4 anni.
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Alberto, Gustavo e l’osso. Ediz. a colori
Due cani trovano l’osso più grande che hanno mai visto. Ma l’osso misteriosamente sparisce. Iniziano così una caccia al tesoro, coinvolgendo nella ricerca tutti gli animali. E alla fine, osso o non osso, grande merenda per tutti. Marco Viale, autore e illustratore, costruisce una storia irresistibile sulla condivisione, la generosità e la fame, con immagini divertenti, surreali e sorprendenti. Età di lettura: da 5 anni.
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Attenta piccola pantera!
Nella giungla ci sono sabbie mobili, ragnatele appiccicose, dirupi. il pericolo è ovunque. Insomma, aprite questo libro con molta attenzione… Una prima lettura in stampatello maiuscolo divertente e piena di particolari. Papà pantera è premuroso, molto premuroso. Piccola pantera ascolta, ma vuole anche scoprire cosa nasconde la giungla. Tra pericoli di ogni tipo, sabbie mobili, caverne, dirupi scoscesi, ragni velenosi, tutti e due, a modo loro, scopriranno che nella giungla bisogna sempre stare attenti… Età di lettura: da 3 anni.
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Borders
Dopo La figlia dell’assassina e Ladra di jeans, Giuliana Facchini torna a raccontare l’adolescenza e la voglia di cambiare il mondo.
Lindgren, Dickens, Verne e Alcott sono quattro ragazzi. Vivono alla periferia di Magnolia, una megalopoli costruita nel mezzo del deserto di cemento isolante. Sono passati cinquant’anni dalla grande pestilenza che ha inquinato il pianeta e ha creato nuovi equilibri. Ma i quattro, aiutati dalla vecchia Olmo, non vogliono abituarsi alla brutalità del nuovo mondo e decidono di partire alla ricerca di Brest, mitica terra dove forse è possibile ripartire, e ricominciare tutto… Età di lettura: da 11 anni.
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E se fossi una tigre?
Siamo in una città dove tutti si possono trasformare in quello che vogliono e dove ogni cosa cambia continuamente. C’è un bambino che deve andare a scuola e che forse è stufo di essere preso in giro: decide che oggi si trasforma in una tigre. E se sei una tigre tutto è più facile perché sei grande, forte e puoi fare paura a tutti. Ma siamo sicuri che sia davvero la strada giusta? Età di lettura: da 7 anni.
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Bianca
Finalista Premio Orbil 2020. Narrativa 11/14 Bart Moeyaert ha vinto nel 2019 il prestigioso Astrid Lindgren Memorial Award – ALMA, ovvero il premio Nobel della letteratura per ragazzi. Un libro nitido e potente, che nello spazio di un pomeriggio, e nel racconto di cose normali e quotidiane, sa portare la tensione emotiva al limite massimo, per poi scioglierla grazie alla forza degli affetti, e alla capacità tutta umana, di ascoltarsi e volersi bene.«Una scrittura, magistralmente tradotta da Laura Pignatti, che è ritmo, musicalità, voluta sintesi, o meglio, deliberata essenzialità» – Tuttolibri Bianca ha dodici anni ed i sempre scontrosa, arrabbiata, intrattabile. E nessuno riesce davvero a capire i suoi silenzi e i suoi pensieri. O meglio, questo è quello che crede Bianca. Ma poi, un pomeriggio, Bianca si ritrova in casa la protagonista della sua serie tv preferita. Vedere una famosa attrice nella vita di tutti i giorni, fa capire a Bianca che si può imparare a mettersi nei panni degli altri. Perché nessuno, alla fine, chiede scusa per caso. Età di lettura: da 11 anni.
RECENSIONE TESTE FIORITE:
Se mi diceste che non ricordate la rabbia che ribolle fuori controllo quando si hanno 12 anni o poco più e che vi fa sentire assolutamente convinti di essere incompresi e soli al mondo… Non vi crederei!
È per questo che Bianca di Bart Moeyaert edito da Sinnos è non solo un bel romanzo, ben fatto, di grande leggibilità e tutto quello che cercherò di dirvi ora… ma è soprattutto vero.
Bianca e soprattutto la rabbia di Bianca odorano di verità ed è per questo che la scrittura di Moeyaert ben lungi dal puzzare di adulto profuma di letteratura scritta per i ragazzi e le ragazze che avrannoa fortuna di incontrarla.
Bianca ha un fratello malato di cuore attorno a cui ovviamente sembra ruotare ogni atto di cura, almeno agli occhi di Bianca, una mamma con cui vive intrattenendo un rapporto per definizione conflittuale ma sostanzialmente affettuoso. C’è anche un papà che però è andato a vivere con la sua compagna Cruz, divertente il modo di dire “la sua Cruz” che compare almeno in traduzione. Sembra che Cruz sia la croce del padre e invece è quella di Bianca… Il padre e Cruz la trovano troppo problematica tanto da chiedere di tenerla non più ogni fine settimana ma ogni due… Ma come si fa a chiedere e dire ad una ragazza, ad una figlia una cosa del genere? Altro che croce si porta addosso Bianca!
Ma un mmbro della famiglia o forse un catalizzatore dell’affettivita, o quanto meno della pacificazione di Bianca, è anche Billie King attrice protagonista della serie televisiva preferita da Bianca “Qui da noi” che un giorno capita davvero, qui da noi ovvero a casa di Bianca. Per una strana casualità Billie è la mamma del nuovo amico del cuore, è il caso di dirlo, del fratello di Bianca.
Finalmente Bianca può essere felice,concerdersi e magari concedere agli altri qualche minuto o ora di tregua dalla sua arrabbiatura, godersi il momento sempre sognato…. Eppure così accade solo nella sua mente o a piccolissimi tratti temporali quando l’altra Bianca, quella che lei tiene stretta dentro quasi si potesse rompere a lasciarla uscire fuori, fa capolino con educazione e persino dolcezza.
Un attacco del fratello dovuto al troppo gioco riporta la Bianca di porcellana dentro a riparo e lancia fuori la solita Bianca problematica quella che sola sembrano tutti vedere. Quale delle due Bianche è quella vera?
Tutte e due non c’è dubbio. Quale delle due è più sofferente? Entrambe!
Ma non sarà un’esagerazione questa ostentata ostilità continua e quasi perversa da parte della protagonista? Sì, probabilmente lo è ed è per questo che le due Bianche possono ritrovarsi solo in quella parola che chiude il libro e che almeno per il momento sem fa placare l’aria: scusa.
A chi immagina di chiedere scusa Bianca? A Cruz, alla madre, al padre, al fratello ok ma soprattutto a quella Bianca che vive sottomessa alla rabbia come solo modo per difendersi dall’incapacità adulta di comprendere.
La scrittura con cui si dipana la storia di Bianca è leggera, scivola via anche grazie ai brevissimi capitoli e alla focalizzazione interna che ci porta a fianco a Bianca, dalla sua parte qualunque cosa accada, un po’ come fa la Billie idealizzata di Qui da noi.
“A volte il groppo in gola è piccolo.
A volte non c’è.
Ma ogni tanto è gigantesco.
Ogni tanto è oggi.”
Ecco, tenetevi pronti a fare i conti con questa forza di carattere e di scrittura se decidete di conoscere Bianca, e tenetevi pronti a sentire anche ciò che non si sente perché lì sta il suo linguaggio vero, come accade a moltissimi ragazzi e ragazze che in Bianca si ritroveranno come in loro stessi! -
Campo Bravo
È estate e Teo viene mandato da solo in campeggio. Ma Campo Bravo non è un campeggio come gli altri: ogni giorno ci sono mille prove da affrontare (tuffi dalla scogliera, montagne da scalare, boschi da esplorare). E cosa succede a chi sbaglia? Grazie al provvidenziale aiuto della Tata e di tanti nuovi amici, Teo scopre che l’unico modo di superare le prove (e le paure) è sbagliare…
Siete mai stati in un campeggio? In uno di quei posti dove bisogna essere amici di tutti e dimostrare quanto si è bravi? Teo non ci è mai stato e non ha nessuna voglia di andarci… Ma Campo Bravo non è un posto come gli altri: qui si impara a sbagliare! Sbagliare e sbagliare ancora.
Perché solo sbagliando si diventa davvero coraggiosi! -
Cattive ragazze. 15 storie di donne audaci e creative
Un libro coraggioso, nuovo, divertente!
15 storie di donne audaci, creative, coraggiose, rivoluzionarie, tornano in una nuova veste grafica e tipografica a colori, essenziale e dirompente. Da Olympe de Gouges a Nellie Bly, da Marie Curie a Hedy Lamarr, quindici storie note e meno note, raccontate con passione e militanza. Un libro, già premio Andersen come miglior fumetto italiano, che ha inaugurato un nuovo modo di raccontare le donne. Ora con nuovo formato e interni a colori. -
Chi vuole un abbraccio? Ediz. a colori
Due orsi cercano di abbracciare chiunque, nel bosco: seguiranno una serie di incontri surreali e buffi, teneri e movimentati, per una giornata all’insegna della gentilezza! Età di lettura: da 4 anni.
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10 cani in città.
Torna l’illustratore de La prima volta che sono nata con un albo colorato e divertente, in cui ogni pagina è una vera e propria scoperta.
Camillo fa una passeggiata in città e vede un sacco di cose strane: 4 pinguini giocherelloni, 3 gatti, 2 rane pigre, 1 eschimese. E poi ci sono 10 cani da ritrovare. Ti va di aiutare Camillo a cercarli sull’autobus, al mercato, al parco? E non distrarti: ci sono tanti folli particolari da scoprire! Età di lettura: da 5 anni.
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Gaspare e Amleto.
SINOSSI: A Gaspare piace guardare l’acqua perfettamente piatta dello stagno. Ad Amleto piace lanciare sassi nello stagno e sentirne il rumore. Gaspare è un rospo, Amleto un riccio. Non sono d’accordo su nulla. La cosa che sanno fare meglio è litigare: insomma, sono pronti a diventare ottimi amici…Testo ad Alta leggibilità. Età di lettura: da 6 anni
Gaspare è un rospo (non è una rana), Amleto invece è un porcospino. I due non fanno altro che prendersi in giro, azzuffarsi, provocarsi,
azzuffarsi ancora. Fino a che non scoprono che a scuola è nascosto un tesoro…
Alice Keller e Veronica Truttero, dopo aver affrontato il fumetto con Controcorrente e Doppio passo, tornano ai piccoli, con una prima
lettura in stampatello maiuscolo super illustrata, per raccontare la magia dell’amicizia più vera e forte, tra dispetti, avventure e divertimento.
RECENSIONE:
Come e quando un’antipatia o una rivalità può trasformarsi in amicizia? Beh…non certo facile, ma possibile, soprattutto quando esiste un obiettivo comune, come ad esempio… conquistare un tesoro segreto.
Protagonisti di questa buffa narrazione pubblicata da Sinnos sono Gaspare il rospo e Amleto il riccio, sempre pronti a litigare e azzuffarsi tra di loro; due protagonisti testoni e rinchiusi nella propria visione delle cose, almeno sino al giorno in cui…
Scritto da Alice Keller e illustrato da Veronica Truttero, titolari della libreria per ragazzi Momo di Ravenna, la storia gioca con il target + 4 attraverso la font Leggimi, motore narrativo di tavole dominate da cromatismi tenui, metafora accorta di un’amicizia che, pur tormenta e tortuosa, porterà dolci sorrisi e accogliente tenerezza. (Loris Gualdi) -
Eugenia l’ingegnosa
Eugenia è una ragazzina che desidera raggiungere un’isola che si vede e non si vede. Ci riuscirà, con l’ingegno e l’aiuto di tanti amici, umani e non.
Il libro è nato su iniziativa di un gruppo di architette e ingegnere svizzere: sul sito della loro associazione si possono trovare anche tante divertenti attività su Eugenia e sui suoi ponti www.femme.sia.ch/eugenie
RECENSIONE: Da qualche parte, in mezzo al mare, c’è l’Isola dei Nascondoni, ignota ai più. Vi abitano Eugenia, Nicola e i genitori. Eugenia e il fratellino spesso si recano sulla riva del mare a rimirare l’orizzonte lontano e soprattutto l’Isola di Nonsodove, che un poco si vede e un poco non si vede, perché per gran parte dell’anno è nascosta dalla nebbia. Eugenia vorrebbe raggiungere quell’isola misteriosa, anche se gli adulti le dicono che si tratta solo di un miraggio infantile: l’isola di Nonsodove in realtà non esiste, sostengono, corrisponde solo a un sogno bambino che, con l’età matura, è giusto avere abbandonato. Eugenia però è convinta che quel luogo lontano esista davvero ed elabora un piano per raggiungerlo. Insieme a Nicola, dapprima titubante, poi entusiasta, costruirà una serie di ponti, di scoglio, in scoglio, per poter infine raggiungere l’Isola di Nonsodove e poter dimostrare la sua realtà. L’impresa non è semplice e richiede, oltre all’ingegno, che ad Eugenia non manca, anche una serie di fortunati aiuti. Quando alla fine, insieme a Nicola, raggiungerà le sponde di Nonsodove, non solo ne avrà confermata l’esistenza, ma farà anche una serie di incontri, interessanti e gioiosi. -
Gli inventatutto
SINOSSI: : Mus e Mis sono amici per la pelle. Tutti e due sono inventori geniali, tutti e due combattono i cattivi (quando ci sono), tutti e due indossano strani cappelli di lana. Ma quando una papera con tante avventure da raccontare si presenta alla loro porta e si infila anche lei un cappello di lana in testa, le cose si complicano: bisognerebbe proprio inventare una macchina anti-gelosia.
RECENSIONE:
Paura e amicizia sono ospiti abituali delle pagine rivolte all’infanzia. Libri per bambini sulla paura, sull’amicizia o sulla paura di perdere un’amicizia sono, infatti, più che numerosi. Non è impresa semplice, dunque, inserirsi in questo prolifico filone con un titolo che racconti davvero qualcosa di nuovo. E ciononostante Rasmus Bregnhoi ci prova e ci riesce con una storia dal finale decisamente sorprendente e fuori da ogni schema e retorica.
Protagonisti sono il gatto Mis e il topo Mus, già noti agli affezionati lettori di Sinnos grazie al volume Gli Acchiappacattivi. Amici per la pelle, i due coabitano in una casa da loro stessi fabbricata in cima alla collina e danno vita a mirabolanti invenzioni nel loro laboratorio supersegreto. Qui il loro legame si consolida giorno dopo giorno a suon di idee condivise e progetti costruiti a quattro mani. L’arrivo del tutto imprevisto di una papera sconosciuta di nome Pap, dal primo istante in grande sintonia con Mis e mal tollerata da Mus, incrina tuttavia quella che pareva un’amicizia inscalfibile e porta Mus a sperimentare una forma di paura forse nuova. Perché si può provare una paura concretissima e ben riconoscibile, come quella di non disporre di un rifugio sicuro o di cibo a sufficienza come ben descritto da Pap, ma si può anche provare una paura più nascosta e inafferrabile, che tocca in maniera sottile gli affetti e le sicurezze in cui ciascuno di noi si culla. E così Mus si ritrova da un giorno all’altro a covare un certo astio verso la papera che minaccia di portargli via la sua speciale amicizia con Mis, al punto da allontanare malamente l’intrusa con la prodigiosa scacciacani (che oltre a funzionare bene con i gattacci funziona evidentemente benissimo anche con i pennuti). Ed è a questo punto che ci aspetterebbe una chiusura politically correct fatta di scuse reciproche e chiarimenti, legami nuovi e legami rinsaldati, amicizie a due che diventano serenamente amicizie a tre. E invece no. È proprio qui, invece, che la storia ci semina con un guizzo inatteso, dando spazio a sentimenti negativi e azioni disonorevoli – la disillusione, l’inganno, la delusione – da cui, tuttavia, non è detto che qualcosa di buono non si possa comunque inventare. Parola di Inventatutto!
Contraddistinto da una storia ben ritmata e dalla fotografia di sentimenti molto vicini all’esperienza dei lettori, Gli inventatutto ripropone la forma grafica vincente del primo episodio dedicato a Mis e Mus. Anche qui, infatti, le più classiche caratteristiche di alta leggibilità – font, spaziatura, sbandieratura, frequenza di illustrazioni – si accompagnano alla scelta di mescolare racconto e fumetto (pur senza balloons visibili) e di prediligere illustrazioni ricche di dettagli in cui sostare con gusto, così da offrire un’occasione di lettura davvero accessibile a accattivante anche per bambini con difficoltà legate ai disturbi specifici dell’apprendimento.
ANNOTAZIONI SULLA STORIA Storia a sviluppo lineare con pochi personaggi coinvolti, già potenzialmente conosciuti dal lettore
ANNOTAZIONI SUL TESTO Prevalenza di frasi brevi e semplici. Lessico quotidiano con presenza di vocaboli più insoliti (es: carabattole). Font e impaginazione ad alta leggibilità (carattere leggimigraphic, sbandieratura a destra, spaziatura maggiore).
ANNOTAZIONI SULLE IMMAGINI Immagine frequenti e ricche di dettagli e colore. -
Gli acchiappacattivi
Cosa succede se un topo ingenuo, con la passione dei cappelli di lana, sta per cadere nelle grinfie di un gatto perfido e anche un po’ stupido? Facile! Che può essere salvato solo da un gatto geniale, e dalla sua invenzione acchiappacattivi! Età di lettura: da 7 anni.
SINOSSI: Mus è un topo e la sua passione è sferruzzare strani cappelli di lana. Con poco successo. Mis è un gatto che non mangia topi, ma costruisce stralunate invenzioni. Quando Mis e Mus si incontrano diventano gli acchiappacattivi! Tanto più che in città c’è Kat, che si esercita ad essere davvero, davvero cattivo… Età di lettura: da 7 anni.
Cosa succede se un topo ingenuo, con la passione dei cappelli di lana, sta per cadere nelle grinfie di un gatto perfido e anche un po’ stupido? Facile! Che può essere salvato solo da un gatto geniale, e dalla sua invenzione acchiappacattivi! Dalla Danimarca e dal genio di un grande illustratore, un libro pieno di trovate, invenzioni e amicizia. Tutto da ridere!
RECENSIONE. Un gatto dall’inventiva fuori dal comune e un topo specialista dei lavori a maglia: già così ce ne se sarebbe a sufficienza per tuffarsi senza esitazioni tra le pagine a colori di Rasmus Bregnhoi. Ma non è tutto, perché a confermare il lato originale e stuzzicante de Gli acchiappacattivi, concorrono anche un racconto gustoso, delle illustrazioni che brulicano di dettagli sfiziosi e un’impaginazione amichevole che rende molto ben bilanciato il rapporto tra testo e immagini.
Immagine frequenti e ricche di dettagli e colore.
Ma andiamo con ordine. Gli acchiappacattivi sono Mus e Mis, rispettivamente un topo e un gatto. Le loro strade si incontrano in un vicoletto, quando Mus sta per finire tra le grinfie del perfido gatto Kat e Mis lo salva mettendo in azione la sua scacciacani: invenzione evidentemente funzionale anche per scacciare i gatti. Tra i due nasce un’amicizia sincera, alimentata dal desiderio di costruire un rifugio comune che possa ospitare nuove mirabolanti invenzioni. E così, a bordo di un ingegnoso sidecar, Mus e Mis iniziano la loro avventura insieme che li porterà a realizzare una casa strabiliante in cui costruire la mirabolante macchina Acchiappacattivi. Inutile dire che a testarla sarà, suo malgrado, proprio il perfido Kat, sancendo definitivamente il soldalizio tra gatto e topo in nome dei bulloni e dei cappelli fatti a maglia.
Ironico e accattivante (mai aggettivo fu più azzeccato!), Gli acchiappacattivi celebra il valore dell’amicizia in tutte le sue forme, soprattutto quelle più inattese e strampalate. Contraddistinto da un formato snello, da illustrazioni frequenti e da caratteristiche tipografiche di alta leggibilità, il lavoro di Rasmus Bregnhoi si presta benissimo a una lettura senza fretta, in cui gustarsi particolari divertenti disseminati qua e là, lasciarsi ispirare dalle invenzioni al centro del racconto (e dal bellissimo rifugio che Mus e Mis si costruiscono) e sentirsi supportati da una narrazione che fa dell’incontro tra parole (sia in maiuscolo che in minuscolo) e figure un’ancora preziosa anche per bambini che sperimentano maggiori difficoltà nella decodifica del testo scritto.
ANNOTAZIONI SUL TESTO Prevalenza di frasi brevi e semplici. Lessico quotidiano con presenza di vocaboli più insoliti (es: carabattole). Font e impaginazione ad alta leggibilità (carattere leggimigraphic, sbandieratura a destra, spaziatura maggiore). -