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cambiare il mondo con i libri
Ma davvero i libri possono cambiare il mondo? Sì, possono eccome. Un libro sul mestiere di «fare i libri» che racconta l’incredibile storia di Giangiacomo Feltrinelli. Con le illustrazioni-gioco di Marta Baroni, diventa anche un laboratorio per le lettrici e i lettori. Il libro è arricchito da una nota di Carlo Feltrinelli, autore della biografia di Giangiacomo Feltrinelli Senior Service. «Un giovane editore, Mattia Tombolini, che scrive e pubblica un libro sul mio papà: che sorpresa! E poi un libro per bambini e bambine… Doppia sorpresa! Non era per niente facile ma Mattia ha colto il punto, e cioè l’avventura dei libri» (Dalla nota di Carlo Feltrinelli). Età di lettura: da 8 anni.
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La chimica coatta
«Il vero motore della scienza è uno solo: la coattanza»
La Scienza Coatta
«La chimica come non l’avete mai studiata. La Scienza Coatta e gli amici chimici vi regalano i ritratti di 53 elementi direttamente dalla tavola periodica. Idrogeno, Litio, Ferro e tanti altri: 53 storie scienzate per ridere, e anche per imparare».
La chimica, dalle superiori all’università, è vista come qualcosa di magico e incomprensibile. Al giorno d’oggi, le parole chimico e chimica sono spesso associate a qualcosa di negativo, di non naturale. E pensare che noi siamo chimica, tutto è chimica. A oltre 150 anni dall’anniversario della Tavola Periodica degli Elementi, abbiamo voluto rendere omaggio ai protagonisti di questo «tabellone» e della nostra esistenza. I grandi risultati ottenuti da La Scienza Coatta, ci hanno spinto a proporre delle pillole scritte in un mix tra dialetto romanesco e italiano, associando delle immagini in grado di mettere in luce le proprietà «coatte» di ciascuno degli elementi, nonché il loro ruolo chiave nella vita di tutti i giorni. All’interno del testo, ogni elemento è il personaggio principale della pillola di riferimento: curiosità storiche e scientifiche sono proposte in chiave ironica e leggera, senza rinunciare al rigore concettuale.
Vignette e illustrazioni di The Sando -
Acchiappafantasmi
“Acchiappafantasmi” è un libro per chi pensa che letteratura e vita siano due parole per indicare la stessa cosa. Anzi. Soprattutto per chi pensa che la vita sia una delle più riuscite invenzioni della letteratura. Tra tuffi teatrali e reportage narrativi, ritratti linguistici e ossessioni cinematografiche, Giordano Meacci riscrive gli anni della sua vita etimologica di lettore trasformandoli in un vero e proprio «Canzoniere in prosa». Divertendosi a giocare con le forme differenti che li prevedono: tutti questi frammenti (legati tra loro da una sintassi che gli conferisce comunque una vita nuova) vogliono essere, anche, una lettera d’amore alla passione che regala la vita quando si presenta e rivela il suo vero nome. Perché la vita, per chi acchiappafantasmi, è scritta anche dall’incanto della musica, dalla magia lunare delle immagini in movimento, dalla sospensione ipnotica del teatro. E la letteratura – per quello che poi vorrà dire – è la forma che si dà alla lingua per fermare i fantasmi che ci hanno attraversato e ci attraversano; aiutandoli a restare: e ad accompagnarci. Ma solo se vinti dall’azzardo di Bellezza che li tiene con noi.
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La Cantadora
Sardegna, inizio Novecento. Uno scrittore fallito e appassionato di western si mette alla ricerca della leggendaria Cantadora, l’unica donna in grado di sfidare gli uomini nelle gare a chitarra.
Sulle strade polverose della Sardegna di inizio Novecento, un calesse viaggia da un paese all’altro, di festa in festa. Lo guida una vedova armata di pistola, dalla strana personalità «di fattucchiera e di dea». La Cantadora – così la chiamano – è una stella oscura, l’unica donna in grado di sfidare gli uomini nelle gare a chitarra, esibizioni che durano fino a tarda notte e in cui i cantori, per un piatto di minestra e qualche bicchiere di vino, si alternano sopra palcoscenici fatti di tavolacci davanti a piazze gremite e bercianti. Ma Candida Mara – questo il suo vero nome – possiede il dono di piegare la volontà altrui grazie alla sua voce. Attaccabrighe, adorata e detestata, Candida Mara fu la prima donna del canto a chitarra, capace di opporsi con le sue scelte di vita a una società maschilista e retriva. Affascinante ma cancellata dalla memoria per ignoranza e vergogna, ancora oggi è una figura circondata dal mistero. A mettersi sulle sue tracce, tra l’omertà degli anziani e i depistaggi di strani musicologi, è uno scrittore fallito e appassionato di western. Nella ricerca lo aiuteranno la giovane Aleni e un grammofono d’oro che sembra custodire vecchie storie sepolte.
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La Rivoluzione 1917
Prima ancora che una rivoluzione per il socialismo, l’Ottobre fu una “guerra alla guerra”, una prova di disobbedienza di massa in nome di una difesa della vita, che era possibile solo con la pace immediata, il potere ai soviet operai e la distribuzione della terra ai contadini. Lenin calcolava che il processo popolare di rifiuto armato dei costi della guerra contagiasse in breve l’intera Europa e che quindi il laboratorio della società nuova assumesse il necessario risvolto mondiale. L’Ottobre ha scatenato l’onda d’urto che ha innescato i processi rivoluzionari vittoriosi in Cina ma è mancato, per la sedizione rossa, quel contagio vittorioso nella vecchia Europa da cui Lenin aspettava il sostegno indispensabile per l’esperimento rivoluzionario. E proprio questo scarto tra la costruzione del socialismo in un solo e arretrato paese, e la persistenza dell’economia-mondo in cui prevalente restava la formazione economico-sociale capitalistica, ha minato il progetto sovietico decretandone dopo settant’anni la sconfitta.
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I monologhi della vagina
Edizione aggiornata
«Con i Monologhi della vagina Eve Ensler ha dato voce e identità all’universo femminile in tutti i suoi aspetti, dalla sessualità alla denuncia delle violenze, dai diritti delle donne alle fantasie più ironiche.» – la Repubblica
Nel 1998 Eve Ensler ha portato in scena I monologhi della vagina, uno spettacolo tratto dalle numerose interviste con donne di ogni età, razza, religione e classe sociale. Questo spettacolo è diventato un libro che ha rivoluzionato il mondo femminile. Con humour trasgressivo, in queste pagine è la vagina a prendere la parola per raccontare e raccontarsi attraverso monologhi seri, divertiti, fantasiosi o drammatici: dall’anziana signora che a settant’anni scopre l’orgasmo multiplo in una vasca da bagno, passando per ragazze curiose, professioniste del piacere e severe manager in tailleur.
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Il giardino del Mediterraneo. Storie e paesaggi da Omero all’Antropocene
La bellezza del paesaggio mediterraneo può rimandarci all’immagine del paradiso terrestre: i generosi boschi di olivi che con le loro esistenze millenarie ingannano il passare del tempo; i giardini verdeggianti di capperi e zibibbo, ostinatamente coltivati sulla terra «africana» di Pantelleria; le arance, i limoni, i mandarini che esplodono scintillanti di giallo e arancione tra il castello di Maredolce e le coste di Grecia, Tunisia, Spagna; i resti preistorici di leccio e sughera, olivastri e filliree, sepolti e riscoperti all’interno di grotte ombrose. A differenza dell’Eden biblico, però, questa realtà possiamo visitarla ogni volta che lo desideriamo; e in ogni pianta riconoscere un istante della nostra storia. Giuseppe Barbera ci guida in un viaggio inebriante nella diversità di profumi, colori, suoni e sensazioni che compongono questi territori: tra vita e cultura, botanica e mitologia, mondo esteriore e mondo interiore, Barbera ripercorre i molteplici incontri di uomo e natura sulle sponde del Mediterraneo attraverso le tracce che hanno lasciato in Sicilia, luogo simbolo per leggere l’evoluzione del paesaggio nell’Antropocene. Dai misteriosi legami che uniscono i fichidindia della campagna etnea e i nopalitos del Messico azteco alle colline sopra Pergusa, coperte di «bellissimo frumento, dono prezioso di Cerere», come le descrisse Goethe nel suo Grand Tour; dalla devastazione degli agrumeti della Conca D’Oro durante il «sacco di Palermo» al recupero della Kolymbethra, per decenni lasciata al degrado e all’oblio nell’antichissimo bosco di mandorli e olivi della Valle dei Templi; fino alle «cattedrali nel deserto» che hanno stravolto il territorio di Gela in favore di un’industrializzazione effimera quanto il miraggio della presenza di giacimenti petroliferi. “Il giardino del Mediterraneo” è il racconto di questa irripetibile anomalia geografico-umana durante le epoche passate e, allo stesso tempo, una riflessione sul modo in cui possiamo preservarla dalle nostre autodistruttive manipolazioni presenti e future. Un punto di vista inedito su ciò che ci circonda, per capire che un paesaggio non è solo alberi e frutti e terra: è la meraviglia invisibile; è lo sguardo di chi lo abita.
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L’ infinito istante. Saggio sulla fotografia
Per Geoff Dyer la fotografia non è altro che un mezzo attraverso cui avviene il racconto delle piccole e grandi storie dell’umanità. Come la scrittura e il jazz, anche la fotografia sa andare oltre il significato del soggetto dell’opera, ma è necessario affinare la propria sensibilità. Nell'”Infinito istante”, è una sorta di ordine entropico a guidare il viaggio nelle sterminate possibilità del mezzo fotografico. Dyer prova a distinguere quei fili che, come in un romanzo, legano generazioni di fotografi che pur non essendosi mai incontrati entrano in contatto incuranti del tempo e dello spazio grazie alla ripetizione dell’identico. Raccoglie quindi gli scatti di Alfred Stieglitz, Paul Strand, Walker Evans, André Kertész, Dorothea Lange, Diane Arbus e William Eggleston e scopre come il fotografare le stesse scene e gli stessi oggetti (panchine, cappelli, mani, strade, finestre, negozi di barbieri, fisarmonicisti) crei tra di loro un dialogo costante, una conversazione a più voci. Il suo è lo sguardo di uno scrittore che non possiede una macchina fotografica per sua stessa ammissione, e che può quindi abbandonarsi all’esperienza intima e personale dell’immagine. La fotografia cambia il modo in cui vediamo il mondo, Geoff Dyer cambia il modo in cui guardiamo entrambi.
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Nessi e Connessi
“Nessi e connessi” è un manifesto per leggere il mondo. La realtà ci pone di fronte a una continua «crisi di sistema»: una crisi allo stesso tempo economica, sanitaria, geopolitica, ambientale e climatica. Per far fronte a ogni situazione, questo libro ci mostra quanto sia necessario occuparci di una guardando le altre. Perché tutto è connesso. Annalisa Corrado e Rossella Muroni ci rivelano come l’unico modo per risolvere i problemi sia adottare una visione circolare della vita e dell’ecosistema. Stati, aziende e cittadini devono infatti contribuire al cambiamento, rendendosi innanzitutto coscienti dei legami tra i vari ambiti. Come avviene per esempio con l’economia circolare, che implica innovazione, riprogettazione dei cicli di produzione e consumo, ripensamento degli stili di vita, condivisione, riutilizzo, riparazione e riciclo dei materiali in contrasto con l’idea predatoria del produrre, utilizzare e gettare, propria dell’economia lineare. “Nessi e connessi” invita ad abbandonare la convinzione di essere individui separati. Tutta l’esistenza, dal globale al locale, è in fondo una relazione costante tra individui ed esperienze: solo partendo dall’analisi dei nessi causali che governano il nostro sistema saremo in grado di interpretare il contemporaneo. E solo a partire da questa consapevolezza lo sviluppo della società potrà essere innovativo, davvero sostenibile, democratico, rispettoso dell’ambiente e dei diritti delle persone. Prefazione di Ilaria Capua.
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Piccolo galateo per il corretto utilizzo dei libri
È consentito o no fare le orecchie ai libri? Con che tipo di matite si sottolineano? Quali sono le tecniche infallibili per farseli restituire? Il Piccolo galateo illustrato per il corretto utilizzo dei libri risolverà tutti i dubbi che incontriamo durante la nostra vita di lettrici e lettori.
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invisibile. matteo messina denaro. nuova ediz. (l’)
Il 16 gennaio Matteo Messina Denaro è stato arrestato in una clinica di Palermo. Latitante da trent’anni, Messina Denaro è stato uno dei boss più importanti di Cosa Nostra: assassino spietato, pupillo di Totò Riina, ha costruito il proprio impero arrivando ai vertici della mafia; si è arricchito con le estorsioni, la droga, gli appalti, ma anche con gli impianti eolici, la sanità, i supermercati, i villaggi turistici. In questa edizione aggiornata, con una nuova prefazione e con fatti e documenti inediti che illustrano la metamorfosi del potere mafioso, Giacomo Di Girolamo racconta tutta la sua vita e la sua storia criminale – la famiglia, gli amici, le donne; gli affari, i pizzini, gli omicidi e le spacconerie; le insospettabili protezioni di imprenditori, politici e professionisti – fino alla cattura, raccontata in un nuovo, sorprendente capitolo inedito. Di Girolamo ci presenta la mafia di oggi, una mafia che dopo le stragi del 1992-1993 di cui Messina Denaro fu protagonista diretto, non ha smarrito la propria tradizione ma si è come diluita, parzialmente ripulita in un sistema criminale che tutto avvolge nel grigio, nel non detto, nel mistero – e in cui a volte si incontra persino chi esibisce il vessillo dell’antimafia. Con questo grido sofferto e appassionato, Giacomo Di Girolamo irrompe nella struggente bellezza di una terra inerte e addormentata, convinto che solo il coraggio della parola può salvare la «Sicilia irredimibile», e con essa l’Italia, dal suo destino.
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La memoria del nemico. Perché ci sono voluti duemila anni per scoprire il sistema immunitario
La memoria del nemico raccoglie le storie di tutti loro e ne fa un romanzo che ci permette di osservarci nella fragilità del nostro corpo e nella sua ostinata forza.
Con La memoria del nemico Arnaldo D’Amico ci consegna il racconto della più grande battaglia mai combattuta dall’umanità: quella che ha portato all’incredibile scoperta della «memoria del nemico », il sistema immunitario, e ai benefici della longevità. Che siano miasmi, veleni, microbi o germi, batteri o virus, l’essere umano da sempre si è misurato contro nemici invisibili, più pericolosi di qualsiasi esercito in carne e ossa. La loro inesorabile successione – prima con il nome di peste, e poi di morte blu, malaria o vaiolo – ha scandito il progredire di un’impresa collettiva, tra assurde superstizioni e teorie di matrice religiosa o parascientifica. Tutte credute, mai nessuna verificata. D’Amico tesse questo racconto fatto di uomini e viaggi, dibattiti e scontri, tentativi fallimentari e vittoriosi: ci porta sulle navi che per prime hanno solcato gli oceani e sono diventate veicolo e ricettacolo della diffusione di misteriosi morbi; nei laboratori
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La città dell’universo
Le città dell’universo svela per la prima volta come abiteremo nello spazio e che forma avranno le nostre vite in una dimensione extraterrestre più sostenibile e inclusiva.
Annalisa Dominoni e Benedetto Quaquaro, creatori e docenti al Politecnico di Milano del primo e unico corso al mondo di Space Design supportato dall’Agenzia spaziale europea (Esa), ci conducono nelle case degli astronauti di oggi per proiettarci in quelle che abiteremo domani su altre galassie: dalla Stazione spaziale internazionale ai primi insediamenti sulla Luna, dal turismo spaziale ai progetti per vivere su Marte e oltre. In queste pagine sarà possibile scoprire come sono stati affrontati i temi dell’abitabilità e del benessere nello spazio, quali sono le differenze più sorprendenti del vivere ambienti a gravità ridotta, come cambierà la nostra quotidianità in futuro, che alterazioni subiranno i nostri corpi rispondendo a leggi fisiche diverse da quelle terrestri, come la fantascienza abbia anticipato scenari che si sono poi realizzati. Il libro disegna un futuro «Rinascimento interplanetario» attraverso nuovi strumenti e linguaggi visivi che guidano il processo di transizione verso altri pianeti in cui emerge il ruolo del design capace di creare un ponte fra scienza e bellezza anche nello spazio. Dove tecnologia ed estetica potranno convivere.
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Pulp Roma
Roma eccessiva. Roma disumana. Roma crudele. Roma sproporzionata. Roma intorpidita. Languida. Oziosa. Superba. Tronfia. Deserta. Spaccona. Tra le vie cieche della capitale asfissiate da una torrida estate postapocalittica si trascina un uomo indolente e triste, mentre un enorme polipo si avvinghia al corpo di una ragazza in una camera affogata in un oceano rosso sangue. Freud, ossessionato dalla città e bloccato al limite mai valicato da Annibale, soffoca sul lago Trasimeno, schiacciato da un desiderio nevrotico di visitare Roma che per Onfray è soltanto pulsione incestuosa. Davanti a una porta muta e chiusa un novellino, una rosetta appena sfornata dal centro d’addestramento, il giovanissimo agente ausiliario di Piesse cresciuto sotto la dominazione cattolica della nonna, è stato messo di piantone e immobilizzato in eterno, mentre dietro la porta uno, nessuno e centomila commissari Acaba riflettono sul concetto di molinello ingravalliano. Il divano e le pareti della suite 541 dell’Hotel Excelsior assorbono lo spirito infelice di Kurt Cobain, mentre il Colosseo avveniristico di Ranxerox è puntellato da immonde colate di cemento armato, ricoperto di plexiglas rosa e trasformato in albergo. Con una lingua che procede per flussi di immagini Tommaso Pincio compie un ritratto personale di una città universale, trascendendo i limiti del romanzo e offrendo una prova narrativa mai tentata prima.
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Siamo ancora in tempo! Come una nuova economia può salvare il pianeta
Questo è un libro sul surriscaldamento globale, sulla devastazione degli ecosistemi, sull’estinzione di massa ma non sull’Apocalisse. È, anzi, un libro sulla speranza. Possiamo ancora salvare il mondo, possiamo ancora cambiare il nostro destino, possiamo ancora sopravvivere all’antropocene. Dobbiamo però ripensare completamente il nostro modo di produrre e di consumare, abbandonando il paradigma della crescita economica infinita e dell’accumulazione, superando lo sfruttamento selvaggio delle risorse naturali. Jason Hickel descrive esattamente come potrebbe essere questo mondo nuovo e traccia le linee di un’economia che, superato il capitalismo, possa assicurare maggiore uguaglianza tra gli esseri umani e, al contempo, evitare il collasso sociale e ambientale.
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Terzo sesso. Perché dio non è maschio e altre questioni di genere
Fin dalla sua comparsa, la specie umana è drasticamente divisa in due – assecondando nel corso dei millenni falsi pretesti e credenze religiose, linguistiche, culturali e sociali. Da una parte ci sono gli uomini: corpi forti e resistenti, eroi e divinità a cui asservirsi. Dall’altra le donne: corpi deboli e fragili, ancelle destinate a servire. Questa logica primitiva è finita per essere assunta come legge trascendente attribuendo alla natura e a Dio la responsabilità di ciò che invece è stato un mero progetto umano al maschile. Religioni e falsi miti hanno costruito da una parte uomini predisposti alla guerra, dall’altra donne votate all’obbedienza.
Con Il terzo sesso Ines Testoni si interroga sull’origine di questo scisma di genere, sui sistemi di potere che lo hanno instaurato, e soprattutto sull’idea di subalternità che ha condizionato e piegato – e continua a condizionare e piegare – le vite di donne di tutte le epoche e i continenti. Dopo aver scardinato gli stereotipi legati al «sesso debole», proseguendo nel solco tracciato dalle opere di Simone de Beauvoir e di Simone Weil, l’autrice espone la sua teoria del «terzo sesso»: per vivere il mondo di domani è necessario superare il binarismo uomo/donna, le distinzioni sessuali e linguistiche, e riconoscersi come individui capaci di vivere ed equilibrare al proprio interno le istanze di ambedue i sessi. Abitarne uno nuovo, fluido e plurale. -
Solenoide
Dentro una strana casa a forma di barca uno scrittore fallito consuma la vita creando pianeti nella propria testa, annotando sogni e incubi su un diario folle, vagando con la mente per una Bucarest allucinata, pulsatile, ectoplasmatica. Divenuto professore di romeno in una scuola di periferia, lavoro che detesta e ripudia, in quel tetro edificio conosce figure che diventano per lui punti di riferimento: un matematico che lo inizia ai segreti più reconditi della sua materia, gli adepti di una setta mistica che organizza manifestazioni contro la morte nei cimiteri della città e infine Irina, la donna di cui si innamora. In un delirio abbacinante di immagini assurde, lo scrittore tenta disperatamente di sfuggire alla tirannia dei nostri cinque sensi e di accedere a un’altra dimensione dell’esistenza.Solenoide è il capolavoro di Mircea Cartarescu, l’opera monumentale che ingloba e fagocita tutte le precedenti, restituendoci la totalità del suo pensiero e l’eccezionalità della sua scrittura, la quale ricorda Kafka, Borges, Pynchon, Bolaño. C’è qui l’impronta di un visionario, un profeta che ci svela in tutta la sua evidenza la «cospirazione della normalità», la gabbia che il nostro cervello ha costruito per noi. Perché per Cartarescu la realtà è un carcere e noi, come il protagonista di questo libro, abbiamo il dovere di evadere, di cercare, anche a rischio di impazzire, un’altra verità. Solenoide, è questa la sua grandezza, apre uno squarcio e illumina la via di fuga.
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Tutta un’altra storia. L’omosessualità dall’antichità al secondo dopoguerra
Per lungo tempo, la storia dell’omosessualità si è risolta nel racconto spettacolare delle vicende biografiche di individui eccezionali – Oscar Wilde, Leonardo, Caravaggio -, certamente famosi per i propri amori, ma tutt’oggi ricordati per gli scandali di cui si resero protagonisti, le controversie non ancora sopite che li riguardano o i loro contributi all’arte, alla scienza, al pensiero. Al contrario, la quotidianità del vivere omosessuale nel corso dei secoli è stata di frequente relegata sullo sfondo della storia del costume, quando non scopertamente ignorata dagli studiosi, più interessati all’eccezione che alla regola. A colmare questa lacuna interviene “Tutta un’altra storia”, in cui lo storico e militante Giovanni Dall’Orto raccoglie il frutto di anni di ricerca, disegnando una traiettoria che dalla classicità grecoromana arriva – attraversando gli snodi imprescindibili della nascita della cristianità, del colonialismo e dell’età vittoriana – all’Europa dei totalitarismi: frammenti lirici, lettere private, appunti diaristici, atti processuali, molti dei quali mai pubblicati prima in Italia, vanno a comporre un mosaico immane, tanto eterogeneo nei luoghi e nei tempi quanto coerente nei temi che lo percorrono, restituendo infine voce a chi, per secoli, non l’ha avuta.