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  • L’economia trasformativa. Per una società dei diritti, delle relazioni e dei desideri

    Un libro radicale, per cambiare davvero modello: dal capitalismo, che mercifica ogni cosa, alle economie “umane”, solidali e trasformative, che permettono di prendersi cura di sé, degli altri, del pianeta.

    L’uomo non è solo economia: è soprattutto diritti, relazioni, desideri. È il cittadino e il coltivatore di una società in transizione, dove è necessario e urgente trovare una soluzione sistemica alle catastrofi ambientali, sociali e umane provocate dall’attuale sistema economico.

    Questo libro raccoglie i testi di liberi pensatori accomunati dalla visione di un’economia e una società più giuste e solidali.
    Al bando le false soluzioni -quasi ossimori- come lo “sviluppo sostenibile” o il “green new deal”. La proposta è “fuoriuscire dall’economia” che uccide, inquina, controlla e puntare tutto sulla creazione di “valore” (prima che di merci o denaro) che affonda le radici in rapporti di produzione, scambio e fruizione liberi dalle costrizioni del mercato.

    L’obiettivo è una società e un’economia del bem viver, fondata sul rispetto del Creato e su “comunità locali solidali”, dove il lavoro comprenda le attività di cura e “manutenzione” della vita. Un mondo possibile che vive già in mille esperienze territoriali -diffuse in tutta Italia, ad esempio in Campania e Sicilia- di agroecologia, partecipazione, autogestione, mutualismo ed ecofemminismo; comunità dove si praticano democrazia, condivisione e ridistribuzione. O nella Scuola per l’Economia Trasformativa, che valida e promuove il radicamento quotidiano, la facilità di comprensione e il consenso popolare di questo mondo possibile.

    13,00  iva inclusa
  • Ombre verdi. L’imbroglio del capitalismo green. Cambiare paradigma dopo la pandemia

    Quale sarà la “nuova normalità” dopo la pandemia? Sarà il tema più importante dei prossimi mesi o anni. C’è chi sostiene che potrebbe avere il volto sorridente di un nuovo “capitalismo dal volto umano”, o almeno questa è la promessa della green economy e del cosiddetto green new deal. Ma è davvero possibile – prima di tutto – uno “sviluppo sostenibile”? La “crescita” invocata dai mercati è compatibile con il rispetto del Pianeta? O l’attesa crisi post-pandemia sarà la scusa per mettere da parte la “transizione ecologica”?

    È tempo di cambiare paradigma e di ridurre in modo drastico il volume globale dei flussi di materiali e di energia impiegati nei cicli produttivi e di consumo. Per usare le parole di Serge Latouche bisogna “fuoriuscire dal mercato” e levare la maschera alla “fake sustainability” che si prepara.

    A queste domande risponde Paolo Cacciari, attivista e giornalista, mettendoci in guardia dagli inganni del capitalismo “in salsa verde”.
    La fisiologia dell’“economia dei soldi” – prima di tutto – è infatti ben diversa da quella dei cicli che regolano e rigenerano la vita sulla Terra.
    La retorica e la narrazione di un capitalismo più etico e smart non porteranno alcun vantaggio, soprattutto se l’ambiente sarà trattato come un mero “fattore produttivo” (pensiamo alla “finanziarizzazione del clima”) e se la sostenibilità diventerà una leva competitiva per il business. L’autore -in altri termini- non crede alla favola del decoupling, ovvero la “magica” separazione della curva dell’aumento del Pil da quella delle pressioni ambientali. Dovremo comunque “fare i conti” con la natura.

    Per questo Cacciari indica la strada, che è quella un’“economia del buon vivere comune” che risponda ai bisogni umani più autentici e profondi: sicurezza certo, ma anche relazioni umane amichevoli, solidali, durature.

    14,00  iva inclusa