Peso | 0,00 kg |
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Titolo | Segui il tuo demone. Quattro precetti più uno |
Autore | Ivano Dionigi |
Editore/Marca | Laterza |
ISBN | 9788858149270 |
Anno di pubblicazione | 2022 |
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Editore/Marca |
Segui il tuo demone. Quattro precetti più uno
10,00 € iva inclusa
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Questione di genere. il femminismo e la sovversione dell’identità
Il libro che ha segnato un punto di svolta del femminismo internazionale e che è divenuto un classico del pensiero di genere.
«Rileggere questo libro, o leggerlo per la prima volta, dà una nuova forma alle categorie attraverso cui facciamo esperienza delle nostre vite e dei nostri corpi. Il fatto che questo ci disturbi è un piacere intellettuale e una necessità politica.» – Donna Haraway
Che cosa vuol dire appartenere al genere femminile o maschile? È possibile assegnare un’identità sulla base del solo sesso biologico? Judith Butler è convinta che non sia possibile e in questo libro affronta i luoghi comuni che si nascondono dietro quella risalente assunzione. Come definire, allora, la propria identità? Decisivo è trovare un ‘posto tutto per sé’ fra maschile e femminile, ai margini delle rigide classificazioni prodotte dalla psicoanalisi, dalla filosofia, dalla biologia e dalla linguistica. Perché non esistono due generi, ma numerose possibilità che devono includere anche tutti i soggetti ritenuti anomali ed eccentrici dalle norme imposte e codificate. Una posizione, quella di Judith Butler, che mette in discussione anche parte del femminismo occidentale che ha riprodotto la stessa gerarchia dei sessi, idealizzando la donna in maniera speculare a quello che ha fatto la cultura maschilista e patriarcale. La sfida lanciata è chiara: ripensare l’identità di ogni persona come qualcosa in continuo mutamento, che non si lascia ridurre ad alcun modello stereotipato. Una sfida che può garantire l’accesso ai diritti e la qualità della pratica democratica.
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Diritti dei Popoli e Disuguaglianze globali. i 40 anni del tribunale permanente dei popoli
Il Tribunale Permanente dei Popoli (TPP) nasce a Bologna nel 1979 in diretta continuità con i Tribunali Russell sul Vietnam (1966-67) e sull’America Latina (1973-76). Da 40 anni, si impegna a dare voce, visibilità, riconoscimento di giustizia a tutti i popoli privati violentemente dei loro diritti fondamentali dai poteri dominanti.
Questo libro propone una rilettura complessiva dell’opera del Tribunale e disegna – attraverso le sue 47 sessioni e sentenze – una “mappa” della storia degli ultimi quattro decenni.
Il “laboratorio” di diritto dei popoli del Tribunale ha accompagnato trasformazioni epocali: le lotte post-coloniali, gli “aggiustamenti strutturali” imposti dal Fondo Monetario Internazionale e dalla Banca Mondiale, le guerre come strumento della politica, la “deviazione” degli Stati di diritto in nome del libero commercio, le grandi opere, le lotte per il salario vitale delle donne lavoratrici del tessile, la “nuova colonizzazione” dell’Africa, lo scenario tragico del popolo dei migranti. Sempre dalla parte delle comunità e dei popoli che, con la loro resistenza e resilienza, non sono più vittime ma soggetti di un futuro a misura della dignità e della vita.
Il volume è a cura di Simona Fraudatario e Gianni Tognoni. Con testi storici di Lelio Basso, Julio Cortázar, Eduardo Galeano. Saggi di Franco Ippolito e Roberto Schiattarella. Con il contributo del “Gruppo lecchese di sostegno al Tribunale Permanente dei Popoli”.
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Generosità contagiosa. L’idea che vale che vale assolutamente la pena diffondere
La generosità non è un sentimento di moda? L’autore ci porta ad esplorare uno degli impulsi umani più basilari, mostrando passo dopo passo come la generosità sia capace di innescare reazioni a catena, ispirando e incoraggiando a compiere azioni positive. Ma di quale generosità stiamo parlando? Non solo quella che porta a elargire contributi finanziari, ma anche quella che stimola a donare tempo, talento e, perché no, a instaurare relazioni e compiere atti di gentilezza. L’autore mostra come le stesse tecnologie, «colpevoli» di aver contribuito alla diffusione di contenuti negativi e spesso divisivi, possano essere utilizzate al meglio per produrre un cambiamento positivo su larga scala.
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Domani mi metto in proprio. partire con il piede giusto: come avviare la tua impresa sostenibile e solidale
Un manuale per creare una “impresa-bicicletta”, lavorare bene e vivere più felici.
“Domani mi metto in proprio” è un manuale che spiega cosa fare per seguire la propria vocazione, svilupparla evitando gli errori più frequenti, cogliere l’intuizione giusta e scegliere il team ideale. Con tutti i “trucchi” per cominciare con il piede “giusto” ma anche per proseguire sulla strada “giusta”: scegliere un bel nome, non fare debiti, selezionare dei tecnici “abilitanti”, fare rete, dar vita e una comunicazione onesta e chiara.
Se cercate ricette miracolose per diventare ricchi questo libro non è per voi. È invece il libro perfetto se sei un giovane stufo di precarietà e sfruttamento che ha una buona idea per fare da sè; oppure un professionista che – dopo anni di onorato mestiere – è stato messo da parte e vuole ricominciare.
Per creare il lavoro che ti piace, senza padroni, con un valore aggiunto sociale e ambientale.
La soluzione proposta è di piccola scala, cooperativa ed etica, quella che l’autore definisce un’impresa-bicicletta, che spesso funziona meglio di un’impresa-Suv.
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Smarketing. comunicazione per tutti i «piccoli» che hanno grandi cose da dire. manuale per associazioni, imprese non profit, realtà dell’economia sociale e solidale. nuova ediz.
Un manuale di comunicazione etica. Sarebbe la definizione più semplice per questo libro. Peccato che la parola manuale stia molto stretta alla comunicazione.
E che l’etica non possa essere considerata un’insegna al neon, ma un concetto di cui aver cura come un fiore delicato. Nel campo della comunicazione le “ricette da manuale” sono tutto sommato semplici e ne sono pieni libri e librerie. Ma funzionano poco, soprattutto se sei una piccola realtà e auspichi un’altra economia.Quei libri spiegano le ricette per “parlare a” mentre in un’economia dove le relazioni contano davvero conviene “parlare con”. Per conversare, infatti, le istruzioni non bastano: devi saper ascoltare; significa lasciare che la conversazione modifichi i tuoi punti di vista e sposti le tue intenzioni. Servono onestà e fiducia, che dovrebbero essere caratteristiche intrinseche del concetto di comunicazione, prima ancora di tirare in ballo l’etica.
L’aggettivo etico richiede ulteriore delicatezza: attribuirselo da soli suona facilmente arbitrario. Secondo noi non si può definire “etica” la comunicazione tout court, ma è etico il processo comunicativo grazie al quale, portando con sé i propri valori più profondi – e con essi la lealtà, l’estetica, la capacità di ascolto – una piccola realtà naviga tra gli scogli e le secche di questo mondo competitivo ed effimero.
Benvenuti nel tema del libro: imparare, per quanto “piccolo” tu sia, a dire in modo chiaro e fresco cose interessanti e oneste su temi importanti (che a volte ti cambiano la vita), evitando di diventare pedanti o banali.
Questo libro serve in definitiva alle cosiddette “organizzazioni con motivazioni valoriali”.
In questa categoria c’è anche una bella parte del profit, chiunque come me (e molti di voi) cerchi di guadagnare il pane rispettando il mondo e gli altri: il lavoro ci nobilita davvero se ci diverte e migliora le cose. Ne escluderei – sperando resti minoritaria – la parte del non profit che ragiona come le multinazionali, tra giochi di potere e alte spese di gestione.Si rivolge anche a quei lavoratori che, nel marketing tradizionale, cominciano ad aver dubbi sull’etica del proprio mestiere e stanno scoprendo la relazione tra il labile significato del mass market e le poche soddisfazioni della propria vita creativa. Per brevità nel libro definirò tutti voi “pesci piccoli” (che sono più agili, ma devono stare attenti ai pesci grossi). Oppure “formiche” (perché i dinosauri si sono estinti, ma le formiche no). Spesso vi darò del voi, perché presumo che siate proprio voi a leggermi. Oppure ti darò del tu, tutte le volte che parlo di qualcosa che si pensa o si fa da soli. Io parlerò in prima persona quando esprimo miei pensieri o suggerimenti, userò il noi quando il soggetto siamo “noi di rete smarketing”. Chiamerò voi anche “i buoni”, contrapposti ai “cattivi”: ovvio, starò usando con ironia questo termine da fumetto. I cattivi ci aiutano perché ci chiamano buonisti…
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L’economia è cura. Una vita buona per tutti: dall’economia delle merci alla società dei bisogni e delle relazioni
L’economia è cura. E prendersi cura, di sé e degli altri, è il primo passo per un radicale cambio di prospettiva: la reciprocità e la dipendenza consapevole dall’altro/a sono l’antidoto più sovversivo all’individualismo. Per una vita buona. “Il passaggio da una società di mercato centrata sulla produzione di merci e sul profitto a una società di economia domestica, centrata sul bisogno e sulla libertà-in-relazione di tutti gli esseri umani, significa il cambio di paradigma decisivo della nostra epoca.” Il libro “L’economia è cura” di Ina Praetorius è un invito a cambiare paradigma, a partecipare a una “care revolution” che costruisca un linguaggio e un’economia differenti, alla ricerca di una “felicità interna lorda” e di un sistema economico e sociale capace di soddisfare i bisogni di tutti, senza discriminazioni. Scrive nella postfazione il filosofo Roberto Mancini: “quando Praetorius afferma che l’economia è cura non sta semplicemente proponendo un’altra economia, ci sta richiamando a vedere il senso del modo umano di stare al mondo”. Contro la logica del potere (maschile), Praetorius “ci fa riconoscere che esiste la coralità umana e dei viventi”. Un libro che non solo auspica una profonda e radicale trasformazione del sistema di vita che oggi informa il mondo globalizzato, ma che ci chiede di prenderci cura?di tale transizione. Saggio introduttivo di Adriana Maestro. Prefazione di Luisa Cavaliere. Posfazione di Roberto Mancini.
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